Il tecnico argentino si rivolge al suo giocatore e lo bacchetta con parole durissime al termine di una conferenza stampa
Un microfono ha giocato un brutto scherzo a Jorge Sampaoli. Il tecnico del Siviglia, alla vigilia dell’ultima gara della fase a gironi della Champions League, è stato protagonista di un siparietto inaspettato, che ha fatto il giro del web e che lo ha visto protagonista insieme ad Erik Lamela.
I due argentini hanno presenziato alla conferenza stampa di presentazione del match tra Manchester City e Siviglia, effettuata in Inghilterra. Una sfida praticamente inutile, visto che si affrontavano due squadre già sicure del loro destino: gli uomini di Guardiola erano matematicamente qualificati agli ottavi: quelli di Sampaoli erano certi del terzo posto, che li porterà a dover disputare il play off con una delle seconde classificate ai gironi di Europa League, per continuare l’avventura europea.
La vigilia della sfida è stata caratterizzata dal siparietto tra il tecnico e il calciatore, suo connazionale. Lamela, che ha giocato otto anni in Inghilterra, era stato scelto dal club per rispondere alle domande dei cronisti spagnoli ed inglesi. Ma ad un certo punto è successo qualcosa di inaspettato. Il microfono del giocatore non funzionava, tanto da spingerlo a chiedere l’intervento di due tecnici responsabili dell’audio. Lamela (nonostante la padronanza della lingua inglese) li ha chiamati in spagnolo e quando i due inservienti gli hanno chiesto se il problema fosse risolto, ha continuato a rispondere in spagnolo.
— SIDJDDJDJDH (@SFCSVQ2_) November 2, 2022
Al termine della conferenza stampa, quando Sampaoli credeva che i microfoni fossero spenti, il tecnico (probabilmente infastidito dalla perdita di tempo, che lo ha costretto a perdere minuti preziosi) ha bacchettato il suo giocatore: “Otto anni, figlio di pu***na, dovresti parlare l’inglese benissimo“, riferendosi alle sue esperienze in Premier. Lamela si è giustificato: “Lo parlo bene, ma non sono inglese”. Il suo volto non nascondeva un certo imbarazzo per il rimbrotto del suo allenatore.