Il belga fin qui ha deluso, giocando solo 256 minuti in stagione e segnando due gol tra campionato e Champions. E i costi…
Assente giustificato, ma pur sempre assente. Romelu Lukaku è sparito e l’Inter riflette sul da farsi. Il belga s’è fermato di nuovo, nuovo problema muscolare e ora anche i Mondiali a rischio che per Inzaghi vuol dire comunque riaverlo solo nel 2023, quando il campionato ripartirà dopo la sosta per lasciar spazio ai campionati del mondo in Qatar. Lukaku è un caso, finora ha giocato solo 256 minuti in stagione, di cui solo sette in Champions, a qualificazione acquisita, nel 4-0 contro il Viktoria Plzen, conditi anche da un gol.
L’infortunio accusato alla vigilia del match contro la Cremonese, a fine agosto, l’aveva tenuto out un mese e mezzo, poi il rientro contro i cechi e poi con la Samp, prima del nuovo stop. Ora i dirigenti si interrogano perché Lukaku non c’è stato praticamente per metà stagione, ma i costi del suo bis a Milano sono altissimi. Romelu è un fattore quando gioca, ma anche una questione economica che la società deve porsi. Il belga, considerando il peso dell’ingaggio corrisposto in questi mesi e i costi del prestito ottenuto dal Chelsea, ha già costretto l’Inter a un esborso da circa 12 milioni di euro, costando di fatto quasi 47 mila euro al minuto alla società.
Finora è evidente la spesa non vale l’impresa, il rendimento di Lukaku è stato deludente, gli infortuni sono stati un freno, ma anche prima dello stop il belga non aveva incantato. Dzeko, tra l’altro, non lo sta facendo rimpiangere, con sei gol e tre assist tra campionato e Champions. Quindi l’Inter s’interroga sul futuro di Lukaku in nerazzurro e sulla possibilità di rimettersi al tavolo con il Chelsea per rinnovare il prestito o addirittura tentare di acquistare Big Rom. Molto lo dirà la seconda parte di stagione, quando Lukaku sarà chiamato a giustificare l’investimento fatto dal club.