Mentre Giorgia Meloni vola a Bruxelles le logiche dei partiti d’opposizione non cambiano: arriva un focus su ciò che potrebbe accadere.
La differenza è netta, così tanto da essere rimarcata in maniera incisiva e per certi versi incontestabile da parte del Corriere della Sera. La linea di Giorgia Meloni è chiara fina da prima del voto.
La leader di Fratelli d’Italia sapeva di avere in mano la maggioranza dei voti degli elettori, e si preparava ad affrontare non solo le criticità di una nazione in ginocchio ma anche di una presenza in Europa in cui c’è da partecipare con obiettivi precisi, determinazione e richieste mirate. La distanza quindi, fra il centrodestra e l’opposizione, potrebbe allargarsi ancora. Quello che si delinea è un quadro in cui da una parte vige la regola dell’unione per intervenire in maniera rapida. Dall’altra invece le logiche degli accordi, che in vista delle regionali in Lombardia e Lazio vanno in due direzioni diverse.
Il Corriere della Sera segue una traccia ben precisa. “Le opposizioni appaiono inchiodate, quasi impantanate nella politica nazionale – si legge – e nelle prospettive delle alleanze per le regionali. Si condannano a dividersi anche quando potrebbero sfruttare le crepe nella maggioranza”. Tutto ciò mentre Giorgia Meloni crea un telaio di rapporti con l’Europa e prova a dare una dimensione diversa, più convincente e credibile alla nazione.
Il Corriere della Sera rimarca le differenze e chiarisce gli aspetti che muovono il lavoro dei partiti di opposizione. “A colpire e la ripetitività” si legge. E ancora: “L’incapacità di centrosinistra e M5s di uscire da uno schema che li ha portati già alla bruciante sconfitta del 25 settembre”. Il motivo di questa analisi è ben spiegato.
“C’è una sorta di coazione a commettere gli stessi errori della campagna elettorale, a riproporre nuovi tentativi di coalizzarsi, a farsi frustrare dai veti e dalle contraddizioni emerse nei mesi scorsi. Come se il tempo fosse passato inutilmente”. Ciò che emerge sono quindi i passaggi del Pd e di Letta. “In Lombardia cerca sponda nei centristi di Calenda e Renzi, nel Lazio manovra per una candidatura comune con i Cinque Stelle. Sullo sfondo si profila un nuovo cortocircuito che ha fatto saltare la illusione del ‘campo largo'”.
Arriva quindi un monito chiaro dal Corriere della Sera. “Resta vistosa la volontà sia del Movimento che di Calenda e Renzi di erodere consensi nel Pd, il tutto col risultato di creare le condizioni per polemiche e tensioni. Finora nessuno si è posto il problema di come uscire dall’impotenza politica, di come evitare che il 25 settembre riceva presto altre repliche”. Il tutto con Giorgia Meloni a Bruxelles affronta l’Europa, accredita il suo Governo e procede nel suo percorso.