L’invito molto concreto di Papa Francesco durante l’omelia della messa al Bahrein National Stadium: “amare i nemici” e spezzare “la spirale della vendetta”.
Dal 3 al 6 novembre il Pontefice si trova infatti nel Regno del Barhain in occasione del “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence”. Nel corso della messa nello stadio del Bahrein, alla presenza di oltre 28 mila partecipanti, Bergoglio ha tuonato contro i drammi del nostro tempo, e in particolare la guerra che rischia sempre più di lacerare il pianeta portando tutti i Paesi verso una terza guerra mondiale a pezzi sempre più totale e agguerrita.
Il Papa, nel corso dell’omelia allo Stadio nazionale del Bahrein, ha denunciato il fatto che “in tante parti del mondo, esercizi del potere che si nutrono di sopraffazione e violenza, che cercano di aumentare il proprio spazio restringendo quello degli altri, imponendo il proprio dominio e limitando le libertà fondamentali, opprimendo i deboli”.
Le parole di Bergoglio in Barhain
“Ci saranno frizioni, momenti di tensione, conflitti, diversità di vedute, ma chi segue il Principe della pace deve tendere sempre alla pace”, ha affermato Francesco, sottolineando però che “non si può ristabilire la pace se a una parola cattiva si risponde con una parola ancora più cattiva, se a uno schiaffo ne segue un altro: no, serve disinnescare, spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso. Serve restare nell’amore, sempre: è la via di Gesù per dare gloria al Dio del cielo e costruire la pace in terra. Amare sempre”.
Di fronte a questo rischio, infatti, Dio “chiede ai suoi il coraggio di rischiare in qualcosa che sembra apparentemente perdente”, ha spiegato Francesco. “Chiede di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male e al nemico. La semplice reazione umana ci inchioda all’occhio per occhio, dente per dente, ma ciò significa farsi giustizia con le stesse armi del maschio ricevuto”. Invece bisogna “vivere concretamente e coraggiosamente la fraternità”, “spezzando la spirale della vendetta, disarmando la violenza, smilitarizzando il cuore”, ha continuato il papa.
“Spesso vediamo che, più si ricerca il potere, più la pace è minacciata”, è ancora la considerazione di Bergoglio. “Invece, il profeta dà un annuncio di straordinaria novità: il Messia che viene è sì potente, ma non al modo di un condottiero che muove guerra e domina sugli altri, ma in quanto «Principe della pace» come Colui che riconcilia gli uomini con Dio e tra di loro”. Un invito, quello di Gesù, che “non riguarda anzitutto le grandi questioni dell’umanità, ma le situazioni concrete della nostra vita: i nostri rapporti in famiglia, le relazioni nella comunità cristiana, i legami che coltiviamo nella realtà lavorativa e sociale in cui ci troviamo”.
Per Papa Francesco, in conclusione, bisogna “scegliere di non avere nemici, di non vedere nell’altro un ostacolo da superare, ma un fratello e una sorella da amare. Amare il nemico è portare in terra il riflesso del Cielo, è far discendere sul mondo lo sguardo e il cuore del Padre, che non fa distinzioni, non discrimina”.