Colesterolo nel tonno in scatola, quali sono le dosi giuste? Tutto quello che dovresti sapere e molto altro ancora
Diciamoci la verità: la scatoletta di tonno è uno degli alimenti più facili da utilizzare. Anche perché, fondamentalmente, non bisogna fare altro che aprire la linguetta e gustarsi il prodotto. Poi se lo si vuole utilizzare altri tipi di condimenti, però, è un altro caso. Per chi non lo sapesse, però, stiamo parlando appunto di un prodotto che serve davvero come il “pane” per chi soffre di colesterolo molto alto.
In particolar modo il colesterolo alto è molto diffuso tra la popolazione italiana. Con un eccesso di questo tipo di lipidi nel sangue, ed in particolar modo della variante LDL, si può avere una formazione importante delle placche aterosclerotiche. In base a ciò si può ridurre la capacità di trasporto del sistema cardiocircolatorio. In questo caso, però, arrivano pessime notizie come il nascere di malattie gravi come l’ictus e l’infarto. Con il passare degli anni, però, la scienza ha fatto passi da gigante: tanto è vero che adesso esistono dei nuovi farmaci efficaci nella lotta al colesterolo alto.
Colesterolo-tonno in scatola, fa bene o male?
Ovviamente vi starete chiedendo quando entrerà in scena il tonno. Si tratta di un alimento sott’olio che sono diffusi ed utilizzati visto che sono gustosi e nemmeno troppo economici. Come riportato in precedenza è un prodotto consigliato per chi soffre di colesterolo alto. Se inscatolato al naturale ancora di più. Per poter combattere tutto ciò serve effettuare una dieta equilibrata abbinata ad un esercizio fisico quotidiano.
Il tonno è un alimento magro e ricco di Omega-3. Grazie a loro si possono avere grandi benefici all’apparato cardiovascolare, oltre ad aumentare i livelli di colesterolo “buono” HDL. In questo caso, quello cattivo, si va a ridurre sempre di più. Sicuramente ha effetti negativi come la grande quantità di iodio, potassio e fosforo. E comunque no, non fa male a chi soffre di colesterolo alto. L’importante è non mangiarne più di tre a settimana. Per evitare sorprese (e non fare di testa propria) è sempre meglio rivolgersi a chi ne sa più in materia come un medico, nutrizionista o magari dietologo.