Il progetto del nuovo stadio di Inter e Milan continua a tenere banco e diventa argomento di lite anche per la politica milanese e non solo.
Il tema San Siro, collegato a quello del nuovo stadio di Inter e Milan, continua a tenere banco a Milano e soprattutto nelle stanze della politica cittadina e non solo. Ieri erano arrivate le parole del sindaco del capoluogo meneghino, Beppe Sala, che avevano creato non poche polemiche tra le tifoserie di Inter e Milan e irritazione ai vertici dei due club: “In consiglio comunale andremo tra un annetto, purtroppo questa storia dello stadio è talmente tribolata e il mio intendimento è fare un passo alla volta”. Le due società hanno invece intenzione di accelerare l’iter e di non rimanere al palo, bloccati dai tempi di una burocrazia che viaggia a passo di lumaca.
La matassa non si scioglie e anzi si ingarbuglia. Sul tema sono intervenuti anche Vittorio Sgarbi e Silvio Berlusconi. Il neo sottosegretario alla cultura del governo Meloni è entrato a gamba tesa sull’ipotesi di abbattimento di San Siro: “Non è possibile tirarlo giù e non lo dico io, lo dice la legge. Se serve un vincolo, lo metterò. Ma non occorre un vincolo per salvarlo, se mai servirebbe una decisione del ministero per dire abbattetelo e non arriverà mai“.
Sulla stessa linea è Berlusconi: “Lo stadio dovrebbe essere tutelato e protetto; è parte della storia di Milano e della storia del calcio italiano. Abbatterlo significherebbe privare la città di un monumento, di un suo simbolo, di un suo elemento identificativo in Italia e nel mondo”. Polemiche anche da Matteo Salvini. Il ministro delle infrastrutture e vice premier ha voluto pungere Sala e la giunta di centrosinistra: “Sala ha già fatto perdere troppo tempo a Milano, alle società e ai tifosi. Si scelga subito San Siro, o si vada a Sesto San Giovanni”. Sesto è l’altra ipotesi dove poter costruire il nuovo stadio dei due club. Che intanto, impazienti, aspettano.