Nonostante la rivalità molto accesa, esistono tanti calciatori ad aver giocato con entrambe le maglie dei club romani. Ecco un undici pieno di campioni
Il “sacrificio” di Selmosson, che la Lazio fu costretta a cedere alla Roma nell’estate del 1958 per evitare il fallimento, provocò disordini e sommosse popolari; quello di Lionello Manfredonia fu accompagnato da critiche bipartisan: i laziali se la presero con la vecchia bandiera accusandolo di tradimento; i romanisti crearono un gruppo per contestarlo.
La rivalità tra Lazio e Roma, una delle più accese in Italia, è sempre stata accompagnata dalle enormi difficoltà nel creare rapporti tra le due società. Pochi gli accordi commerciali: quasi inesistenti quelli sul mercato: mentre i club milanesi si scambiano continuamente calciatori (al pari di quelli di Torino) a Roma passare da una sponda all’altra è sempre stato un sacrilegio.
Eppure, nonostante tutto, nella storia dei due club ci sono stati tanti calciatori che hanno vestito entrambe le maglie. Pochi (quasi inesistenti) gli scambi o i passaggi diretti: molto più facile che un calciatore, una volta chiusa la sua esperienza in una delle due società e passato qualche anno, abbia accettato di tornare nella capitale, sulla sponda opposta del Tevere. L’elenco dei doppi ex è lungo e ricco di campioni.
Roma – Lazio, portieri: dal tradimento Bernardini all’arrivo di Peruzzi
Uno die primi calciatori a fare il grande salto è stato Fulvio Bernardini, che (seppur forzatamente) inseriamo nell’elenco dei portieri. Quando arrivò alla Lazio giovanissimo, giocava tra i pali e si mise in evidenza a suon di prestazioni straordinarie. In un calcio epico e quasi primordiale, cambiò ruolo, passando a giocare da fantasista, quando la madre si spaventò vedendolo in tribuna restare a terra dopo uno scontro con un attaccante avversario.
Bernardini lasciò la Lazio rompendo una promessa fatta al padre morente (che gli aveva chiesto di non lasciare mai il club capitolino, che aveva aiutato tutta la sua famiglia) per passare prima all’Inter e poi alla Roma, dove si affermò come calciatore di grande classe. Tornò poi alla Lazio da allenatore per vincere la Coppa Italia nel 1958. Meno romantica la storia di Angelo Peruzzi: lanciato nel grande calcio dalla Roma e tornato nella capitale (che aveva lasciato dopo la squalifica per doping) per vestire la maglia della Lazio l’estate del 2000. Anche Michelangelo Sulfaro (portiere a cavallo tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta) ha vestito entrambe le maglie dei club capitolini. Astutillo Malgioglio ha giocato due anni nella Roma da secondo portiere (alle spalle di Tancredi) prima di passare alla Lazio: è ancora oggi ricordato per un gestaccio rivolto alla maglia biancoceleste che ne ha provocato l’espulsione dal club.
Difensori: un elenco di campioni
Sergio Petrelli è stato uno dei primi giocatori a passare direttamente dalla Roma alla Lazio: scaricato dai giallorossi (con i quali segnò una rete in un derby), venne accolto da Maestrelli, che lo fece diventare una pedina fondamentale per lo scudetto del 1974. Anche Sinisa Mihjlovic venne scaricato dalla Roma e si è poi laureato campione d’Italia (nel 2000) con la maglia della Lazio. Aleksander Kolarov ha iniziato la sua carriera nella Lazio: arrivato in Italia l’estate del 2007, è rimasto tre stagioni nella capitale, vincendo due trofei. Nel 2010 il passaggio al Manchester City poi, sette anni dopo, il ritorno nella capitale per vestire la maglia giallorossa. Kolarov è uno dei pochi calciatori ad aver segnato nei derby con entrambe le casacche. Quello di domenica sarà il primo derby da laziale per Alessio Romagnoli: lui che da tifoso biancoceleste ha esordito in serie A con la Roma ed era in panchina (con i giallorossi) il 26 maggio del 2013, nel giorno in cui i biancocelesti si imposero nella finalissima di Coppa Italia. Sempre in difesa ci sono anche Sebastiano Siviglia (un anno alla Roma e sei alla Lazio) e Alessandro Ferri (oltre 16 anni alla Lazio prima di chiudere la carriera a Trigoria).
Centrocampisti: vendette e polemiche
Il reparto dove si sono registrate le storie più particolari: uno dei primi casi fu quello di Attilio Ferraris, storica bandiera della Roma, scaricata dal club giallorosso dopo la vittoria del Mondiale del 1934. Ferraris passò alla Lazio e giocò due stagioni in maglia biancoceleste togliendosi diverse soddisfazioni. Storia simile quella di Ciccio Cordova: capitano, leader e bandiera della Roma, che dopo dieci anni in maglia giallorossa passò alla Lazio per divergenze con l’ex presidente giallorosso Anzalone. Cordova restò sulla sponda biancoceleste del Tevere per tre stagioni e nonostante l’incrollabile fede giallorossa, legò con l’ambiente biancoceleste. I tifosi laziali gli dedicarono uno striscione: “Ciccio, la Roma ti ha tradito, la Lazio ti ha capito”.
Uno dei tradimenti mal digeriti da tutti fu quello di Lionello Manfredonia: laziale fino al midollo, ma capace di trasferirsi alla Roma: i tifosi giallorossi si riunirono in un gruppo (il G.A.M., gruppo anti Manfredonia) pur di criticarlo. Anche Diego Fuser ha vissuto una storia travagliata: dopo aver giocato sei stagioni con la Lazio (ed esserne stato anche il capitano) tornò nella capitale (a distanza di tre anni dal suo travagliato addio) per vestire la maglia della Roma, con la quale fu protagonista di due buone stagioni. Gigi Di Biagio venne lanciato in serie A dai biancocelesti (settore giovanile ed esordio in prima squadra), ma si è confermato un decennio dopo, quando tornò nella capitale per diventare un leader della Roma. Tra i centrocampisti è impossibile non ricordare la storia di Fabrizio Di Mauro: nato calcisticamente nella Roma (squadra per la quale ha sempre tifato), ma capace di segnare un gol al derby con la maglia della Lazio e di andare a festeggiare sotto la curva Nord.
Attaccanti: leader e scommesse
Roberto Muzzi è stato lanciato dalla Roma in serie A: dopo aver fatto tutto il settore giovanile con la maglia giallorossa ha esordito in prima squadra, disputando sei campionati: Bruno Conti, responsabile delle giovanili, lo obbligò a togliersi la catenina con l’aquila della Lazio, che portava sempre al collo: l’estate del 2003 (dopo una lunga attesa) ha coronato il sogno di vestire la maglia biancoceleste. Più traumatico il passaggio di Arne Selmosson (raggio di luna), centravanti e bandiera della Lazio (amatissimo dai tifosi) che il club biancoceleste vendette alla Roma l’estate del 1958 per evitare il fallimento. L’ultimo passaggio diretto si è registrato l’estate del 2021: Pedro (dopo un anno alla Roma, con una rete segnata in un derby), passa alla Lazio, dopo aver rescisso il suo contratto con i giallorossi, che avevano deciso di scaricarlo. La sua vendetta si è consumata nel primo derby disputato con la maglia biancoceleste, con un gol bellissimo.
Roma – Lazio: gli allenatori
Tanti i tecnici che si sono seduti su entrambe le panchine: su tutti Sven Goran Eriksson, capace di sfiorare lo scudetto alla guida della Roma (perso in extremis a causa di una sciagurata sconfitta casalinga con il Lecce già retrocesso) e di vincerlo con la Lazio. Zdenek Zeman ha allenato tre stagioni la Lazio, prima di passare alla Roma (due anni, poi il ritorno nell’estate del 2012): con i biancocelesti ha fatto esplodere Giuseppe Signori (che aveva già lanciato a Foggia), con i giallorossi Francesco Totti. Tra i tecnici che hanno guidato entrambi i club c’è anche il vulcanico Juan Carlos Lorenzo.
La formazione
L’undici scelto per rappresentare i migliori doppi ex prevede la presenza di molti fuoriclasse. Con il 4-4-2 abbiamo provato a schierare una formazione carica di campioni: Peruzzi; Petrelli, Mihajlovic, Romagnoli, Kolarov; Fuser, Manfredonia, Cordova, Ferraris; Pedro, Selmosson. A disp.: Sulfaro, Siviglia, Ferri, Di Biagio, Di Mauro, De Nadai, Perrone, Muzzi. All.: Sven Goran Eriksson.