Si ammala per l’uso del cellulare sul lavoro: l’azienda deve “risarcire” il tumore

È arrivata la sentenza della Corte d’Appello, c’è correlazione tra la malattia e le ore trascorse con il telefonino all’orecchio.

Ha chiesto all’Inail che gli venisse riconosciuta una rendita da malattia professionale e la Corte d’Appello di Torino gli ha dato ragione. Il motivo: l’ex tecnico, che per 13 anni ha utilizzato il telefono per 2 ore al giorno di media per motivazioni lavorative, ha scoperto di essere affetto da un tumore benigno all’orecchio.

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La sentenza della Corte d’Appello ha dato ragione all’ex tecnico dell’Inail: correlazione tra il tumore e l’uso prolungato del cellulare (Pixabay)

Inail condannata in appello a riconoscergli una rendita professionale di invalidità visto che si è ammalato di neurinoma acustico, vale a dire un tumore benigno che colpisce un nervo dell’orecchio. Il caso riguarda un ex tecnico specializzato dell’Acciai Speciali Cogne, ha 63 anni ed è residente ad Aosta. Si è rivolto allo studio legale torinese Ambrosio e Commodo dopo che la sua istanza di indennizzo era stata rigettata da Inail. I suoi legali hanno sostenuto il nesso di causalità tra l’uso prolungato del cellulare per lavoro e la malattia riscontrata. Hanno ottenuto un doppio verdetto positivo, del tribunale di Aosta e poi della Corte d’Appello. Per la cronaca, si tratta del secondo caso al mondo che si chiude a favore di un lavoratore colpito dalla stessa malattia. Era già successo a Roberto Romeo, ex dipendente di Telecom Italia, assistito dal medesimo studio legale. “Sentenza figlia di un serrato confronto scientifico”, hanno spiegato gli avvocati.

“Le radiofrequenze non si vedono, né si sentono…”

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Gli avvocati hanno spiegato: “Le radiofrequenze sono pericolosissime. Non si sentono, né si vedono a differenza di un motore diesel o di una lama tagliente” (Pixabay)

Il professor Roberto Albera, ordinario di otorinolaringoiatria dell’Università di Torino, ha confermato l’elevata probabilità tra l’esposizione alle radiofrequenze e la malattia del paziente. Il calcolo delle ore con il telefonino all’orecchio? Dal 1995 al 2008 tra le 10 e le 13 mila ore. Il 63enne aveva utilizzato il cellulare sempre dall’orecchio sinistro, il destro era già lesionato a causa di un trauma pregresso. Una volta operato per il tumore, ha perso totalmente l’udito da quell’orecchio e accusato anche un danno al nervo facciale. Come conseguenza una paresi da quel lato del viso e uno stato di depressione. Gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio, che ora seguono altri 5 casi di persone che si sono ammalate di neurinoma o sono decedute per glioblastomi, hanno spiegato: “Il pericolo maggiore è per il pubblico, compresi i bambini. Le radiofrequenze si percepiscono solo con i rilevatori elettrici, non con l’olfatto come può succedere con lo scarico di un motore diesel oppure con il tatto quando si ha a che fare con una lama tagliente di un coltello”.

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