Cominciano ad aumentare i casi di influenza stagionale e di sindromi simili all’influenza. Ecco quali sono i sintomi e come prevenire il contagio.
Non sono positive le previsioni per una probabile prossima ondata influenzale che, con l’arrivo dell’autunno, potrebbe arrivare e colpire molti italiani. Ci si aspetta infatti un’epidemia piuttosto importante nei numeri, circa 6-7 milioni di casi, alla luce del fatto che in Australia si è già registrata la peggiore degli ultimi 5 anni.
L’influenza è una malattia respiratoria causata da virus che infettano le vie aeree, quindi naso, gola e polmoni, il cui contagio segue un andamento tipicamente stagionale: in Italia, il picco si registra generalmente da dicembre a fine febbraio.
Si prevede un inverno difficile
Ci siamo lasciati alle spalle due anni davvero difficili per colpa della pandemia da Covid 19, che ci ha fatto dimenticare che di solito in questa stagione quando avvertivamo i classici sintomi di spossatezza, mal di gola e naso chiuso, molto probabilmente avevamo semplicemente l’influenza. Messe da parte le mascherine, siamo tornati bersagli facili di qualsiasi virus influenzale che arrivi alle nostre latitudini e le previsioni sono, da questo punto di vista, non proprio ottimistiche. Il fatto che in Australia, nell’emisfero opposto e quindi a stagione invernale già in corso, si siano registrati talmente tanti casi da farla considerare la stagione influenzale peggiore degli ultimi 5 anni, fa pensare che da noi potrebbe accadere la stessa cosa. Si parla di 6 o 7 milioni di persone colpite dall’influenza e per questo costrette a stare a letto.
Già molti casi segnalati in Italia
A partire dall’inizio della sorveglianza, scattata lo scorso 17 ottobre, i casi registrati sono circa 557.000, in aumento sostanziale dopo la prima settimana di monitoraggio. 4,8 casi per mille soggetti, in particolare, come sempre, i bambini sono i più colpiti con 19,6 casi ogni mille soggetti di età inferiore ai 5 anni. Il tempo d’incubazione, ossia il periodo che intercorre tra il contagio e le prime manifestazioni, è variabile da uno a quattro giorni. Fin dalla comparsa dei primi sintomi si può inoltre assistere a manifestazioni simili al più classico dei raffreddori, ad esempio secrezioni nasali, lacrimazione e bruciore agli occhi. I sintomi tendono in genere a sfumare nel giro di 5-7 giorni al massimo, tuttavia l’astenia e la tosse possono durare molto più a lungo. A contribuire all’impennata dei casi non ci sono però solo il virus influenzale A e il B, ma esistono in circolazione anche diversi altri tipi di virus, come i Rhinovirus, il Covid 19 e gli adenovirus. Ricordiamo sempre che purtroppo sulla base dei soli sintomi è sostanzialmente impossibile distinguere l’influenza stagionale dalla COVID-19, per questa ragione i soggetti con sintomi dubbi sono invitati a sottoporsi a un tampone rapido-molecolare di verifica.