Il 15 volte campione del mondo ha commentato il trionfo di Pecco in MotoGP al termine di una stagione esaltante.
Il Tricolore che sventola a 13 anni di distanza dall’ultima volta. Valentino Rossi nel 2009, Francesco Bagnaia nel 2022. Il talento torinese sbocciato proprio grazie all’academy creata dal Dottore, la VR46, che continua a sfornare i campioni del domani. Oggi però i riflettori sono tutti sulla Ducati numero 63, quella di Pecco, capace di dare vita a un duello gara dopo gara con Fabio Quartararo, fino a strappargli il titolo di campione del mondo. Una rincorsa lunga tutta la stagione, una rimonta storica, destinata a rimanere nei libri del motomondiale.
In pochi sanno cosa voglia dire vincere il titolo da italiano su una moto italiana. Per un’impresa del genere bisogna tornare indietro di 50 anni, quando Giacomo Agostini vinse il mondiale della classe 500 a bordo della sua MV Agusta. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com, il 15 volte iridato ha commentato il successo di Bagnaia in MotoGP: “Se l’è meritato alla grande. Nelle ultime gare ho capito che era fatta: Quartararo ha avuto delle difficoltà e Pecco ha fatto una grande rimonta. Il merito è del suo grande talento, datogli da madre natura, e da una grande moto. Il binomio perfetto!“.
Bagnaia-Ducati come Agostini-MV, a fare il paragono è proprio l’ex pilota: “Diventare campione del mondo è speciale di per sé, ma vincere con la moto del proprio Paese, come ho fatto io con la MV Agusta, è una gioia doppia! Vuol dire portare l’Italia in alto in Europa e nel mondo. Perché non conta solo il pilota, ma anche la moto che stai guidando. Il marchio MV era un vanto di tecnica e ingegneria, così come lo è Ducati oggi. Dopo 50 anni è arrivato un pilota che è riuscito a replicare quanto fatto da me nel 1972, dobbiamo essere orgogliosi“.
Ora viene il difficile: confermarsi. Eppure Agostini è convinto che Bagnaia abbia le doti giuste per replicare: “Da come conosco Pecco, che è un ragazzo posato e intelligente, non penso che si monterà la testa. Anzi, sa benissimo che gli avversari ci sono sempre e saranno ancor più agguerriti. Non bisogna abbassare le armi. Quando correvo io pensavo sempre che l’anno successivo sarebbe stata più dura. Il primo mondiale è difficile vincerlo, ma il secondo è ancora peggio. Bastianini compagno di squadra? Due galli nello stesso pollaio. Meglio per noi, ci sarà da divertirsi. L’importante è il rispetto, ma noi vogliamo vedere la battaglia vera“.