La storica attività nel centro di Sondrio era nata l’anno dell’unità d’Italia. A condannarla non la crisi, ma il mancato ricambio generazionale
Un pezzo d’Italia se ne va per sempre. Una vetrina che abbellisce il centro di Sondrio da 161 anni chiuderà nelle prossime settimane. E’ giunta al capolinea la storia della Redaelli calzature, negozio storico della città nato nel 1861, l’anno dell’unità d’Italia. A imporre la serrata non è la crisi, ma il mancato ricambio generazionale.
Ad avviare l’attività, come spiega all’AGI Marco Redaelli, “il mio bisnonno, Angelo, che aveva messo in piedi una piccola produzione artigianale di zoccoli, ciabatte e scarponcini”. Poi “il figlio Carlo, mio nonno, ha sviluppato la ditta come negozio e non più come artigiano. Riuscì ad ampliare l’attività, arrivando ad aprire dodici negozi tra Lecco e Aprica, la punta estrema della Valtellina a est“.
Un negozio e un marchio che è tra i più vecchi d’Italia
A rilevare il marchio Redaelli, continua Marco, “è stato poi mio padre Carlo, che era il terzo e ultimo figlio del nonno. Nel 1963 ha sposato mia madre e si sono divisi i compiti della gestione dell’attività. Mio padre è mancato nel 1998 e da allora mia madre ha continuato a fare tutto lei“. Marco e la sorella, infatti, non sono in grado di assicurare una presenza assidua: “Io ho lavorato in negozio da giovane, ma poi ho preso un’altra strada e vivo in California, dove mi occupo di remarketing di automobili. Torno a Sondrio solo ai cambi di stagione per decidere gli acquisti. In negozio abbiamo due commessi”.
La madre di Marco ha 83 anni, i figli e i nipoti hanno intrapreso altre strade, dunque non resta che abbassare le saracinesche: “Dovremmo chiudere per la fine dell’anno, ma la svendita sta andando molto bene, quindi può darsi anche prima“. Dei dodici negozi, aperti dal nonno Carlo nella prima metà del ‘900, è rimasto solo quello in centro a Sondrio: “Vendiamo scarpe da uomo e da donna, borse, cinture, accessori di pelletteria. Il negozio è sui 200 mq ed è la nostra sede a Sondrio dai tempi di mio nonno”. A Marco dispiace chiudere una storia di oltre 160 anni, così vorrebbe in qualche modo prolungare l’esistenza del marchio: “Sto pensando a una linea di borse con il marchio Redaelli 1861, in questo modo qualcosa sopravvivrebbe”.