Si toglie la vita dopo il servizio delle Iene: “Indagate su di loro”

Una tragedia nella tragedia. Un fatto di cronaca tirato fuori dalle Iene, ma il colpevole del catfishing, riconosciuto da tutti si è tolto la vita

«Stiamo pensando di presentare un esposto contro le Iene»: l’avvocato di Roberto Z., il 64enne suicida di Forlimpopoli, punta il dito contro la gogna mediatica. La storia è drammatica ed è stata caratterizzata da due suicidi: il primo un anno fa, l’altro domenica mattina. Dopo il servizio delle Iene, in cui si raccontava il tragico inganno sui social che Roberto Z. aveva condotto ai danni di un ragazzo forlivese morto suicida nel settembre 2021, erano apparsi a Forlimpopoli i manifesti con scritto «devi morire».

Il programma
Le Iene al centro delle polemiche per un servizio sul catfishing (Ansa)

L’uomo per oltre un anno aveva finto di essere Irene, una bellissima ragazza, e ingannato Daniele, 24 anni, che poi si era tolto la vita. Una settimana fa gli inviati del programma hanno inseguito Roberto Z., che in quel momento stava spingendo la madre sulla sedia a rotelle. Volevano raccogliere la sua versione dei fatti.

I parenti del colpevole hanno presentato un esposto contro le Iene

La vittima
Daniele la vittima del catfishing che purtroppo gli è costato la vita (Facebook)

Il viso è stato oscurato, ma quel particolare della sedia a rotelle lo ha reso riconoscibile a tutti a Forlimpopoli. Sui social, dopo la messa in onda, era stato raggiunto da accuse e insulti. Roberto Z. in tv non aveva mostrato pentimento per quel drammatico inganno, che non si era interrotto neppure quando il giovane forlivese, pensando di chattare con Irene, aveva confidato di soffrire di depressione e di volersi togliere la vita. Domenica anche Roberto Z. si è ucciso ingerendo dei farmaci.

Travolto dalla vergogna, non dal rimorso. E ieri l’avvocato della famiglia ha spiegato: «Stiamo pensando di presentare un esposto alla procura contro le Iene». Il legale è Pier Paolo Benini, ieri avrebbe dovuto incontrare Roberto Z. per «valutare una forma di tutela contro la gogna mediatica». «Ora insieme ai familiari decideremo se presentare una denuncia per istigazione al suicidio»

Gestione cookie