Il presidentissimo della Federazione Italiana dal 2000 e già numero uno della federazione europea attacca tutti e aspetta il Coni
Paolo Barelli, il presidentissimo della Federazione Italiana Nuoto dal 2000 e già numero uno della federazione europea, è stato squalificato per due anni dal Collegio Etico della Federazione Internazionale degli sport natatori (Fina). Una squalifica pesantissima nei confronti del 68enne dirigente romano che ha già annunciato che ricorrerà al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna (Tas).
Mi oppongo a una sentenza ovviamente non definitiva, priva di fondamento, assurda, infamante – ha detto Barelli – il Tas cancellerà questa assurda decisione della Federazione mondiale che si basa su denunce millantate che perseguono chiari scopi politici e personali”. Il Collegio Etico della Fina presieduto da Raymond Hack e composto da Rashid Alanezi e Chris Fydler, ha deciso all’unanimità di imporre la squalifica di due anni a partire dal 14 settembre 2022, data della sospensione.
L’intera vicenda era scaturita da un esposto di Bartolo Consolo, ex numero uno della federazione europea di nuoto, che denunciava la mala-gestione di Barelli a guida della Ligue Européenne de Natation (Len)
Il passaggio di soldi e le accuse. Ma ora Barelli vuole che il Coni lo tuteli
Nelle undici pagine redatte dal Collegio Etico, Barelli è accusato di molteplici violazioni della Costituzione della Fina e del Codice Etico. Dalla sentenza emergono “la sottoscrizione unilaterale di un addendum ad un contratto tra Len e Fin (Federnuoto), di cui beneficerebbe quest’ultima tra 500.000 euro e 1.500.000 euro” nonché “la pretesa di spese per complessivi 495.587,22 euro da parte del Comitato olimpico nazionale italiano, per conto della Fin, nonostante queste siano già state pagate dal ministero dell’Economia e delle Finanze italiano”. Barelli, difeso dall’avvocato svizzero di Losanna, Etienne Campiche, ha annunciato che presenterà ricorso al Tas: “ricorrerò al Tribunale Arbitrale dello Sport e vincerò perché mi oppongo ad una sentenza ovviamente non definitiva, priva di fondamento, assurda, infamante e con evidenti ripercussioni sulla mia attività negli ambiti sportivo e politico e di conseguenza sull’intero movimento. Nego ogni addebito”. Barelli, che è anche esponente di spicco di Forza Italia, in serata ha cercato di ripercorrere le tappe della vicenda.
“Tutto nasce dalle accuse mosse dal Coni alla Federazione Italiana Nuoto nel gennaio 2014 con oggetto i rimborsi per lavori agli impianti natatori del Foro Italico – ricorda il presidente federale – i procedimenti attivati dal Coni in sede penale sono stati pienamente e definitivamente archiviati nel 2016 perché non sono stati ravvisati reati e perché, come scritto dal giudice, è stata svolta una corretta attività amministrativa da parte della federazione”. Dopo l’ulteriore esposto alla Corte dei Conti da parte di Coni Servizi, la medesima Corte ha proceduto all’archiviazione in primo grado a cui è seguito un ulteriore ricorso che ha prodotto una sentenza in appello che imputa a entrambe le parti il pagamento all’erario di spettanze, sia a carico della Federazione Italiana Nuoto per tramite del suo presidente, sia di Coni Servizi. Ritenuta inappropriata la decisione in appello, è stata presentata fin dal mese di agosto la richiesta di revocazione alla medesima Corte che ha già portato il 18 ottobre scorso alla sospensione della sentenza di secondo grado, privandone gli effetti”.