“Per me sei una donna”. Il prof rifiuta il compito dello studente trans

E’ successo in una scuola a Roma, la denuncia arriva da parte dei genitori ma anche dagli studenti del liceo Cavour: “Sessismo”

Un tratto di penna per cancellare da un compito la firma di uno studente, considerata un errore perché non corrispondente al genere riportato sulla carta d’identità. È quanto sarebbe accaduto in una classe del liceo Cavour a Roma, secondo la denuncia degli studenti, scrive il quotidiano il Corriere della Sera. Il professore si sarebbe rifiutato di applicare la carriera «alias», ovvero la possibilità per gli alunni di avere un‘identità differente rispetto a quella anagrafica, come previsto dall‘articolo 4 del regolamento d’istituto approvato lo scorso anno. «Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente», è quanto si è sentito rispondere il liceale, maggiorenne e con disturbi dell’apprendimento, alla consegna del compito in classe. Alle proteste del ragazzo l’insegnante avrebbe risposto: «Non mi interessa cosa dice il regolamento». Racconta Riccardo (nome di fantasia), lo studente al centro della vicenda: «Ha urlato contro me e la mia insegnante di sostegno».

La protesta
Ragazzi del liceo Cavour mentre sostengono l’esame di maturità (Ansa)

Gli studenti riferiscono anche dell’intervento della vicepreside a sostegno del loro compagno trans, ma allo stesso tempo accusano la scuola di non aver ancora preso provvedimenti. «Sono due anni che mi chiama signorina – dice Riccardo – da quest’ anno c’è un regolamento che mi tutela, le scuse ricevute non bastano». L’episodio risale a martedì 8 novembre, ma la notizia è iniziata a circolare nei canali social degli studenti solo il giorno successivo. «È successa una cosa gravissima. Un professore si è ripetutamente rifiutato di applicare la legge per il piano personalizzato di studio e il regolamento della carriera “alias” con uno studente che ha tutti i documenti in regola», è la testimonianza diffusa sulla pagina Spotted Cavour , canale Instagram solitamente utilizzato dai ragazzi della scuola per fare apprezzamenti o dichiarare il proprio amore in totale anonimato.

“La scuola dovrebbe pensare al domani non avere atteggiamenti discriminatori e sessisti”

La protesta
Una delle tante protesta sostenute dai ragazzi del liceo Cavour (Ansa)

Il rifiuto del docente di accettare lo studente con il suo nome maschile ha sollevato le proteste dei liceali che parlano di «transfobia». «La scuola dovrebbe rendere gli studenti e le studentesse cittadini del domani, insegnare rispetto, educazione e inclusione – dichiarano in una nota diffusa alla stampa studenti e rappresentanti dei genitori del Consiglio di istituto -. Il ruolo dell’insegnante è quello di fare un passo in avanti verso chi ne ha bisogno, non due indietro, assumendo comportamenti discriminatori e sessisti. Questi problemi sono sistemici, si ripetono ogni giorno all’interno delle scuole».

E il riferimento è al caso del rimprovero rivolto a una ragazza «o ti copri o ti denudi», frase proferita da professore di Storia del liceo Plinio Seniore in zona Castro Pretorio, ma anche alle avance via Whatsapp di un docente di Latino e Greco denunciate dalle studentesse dell’istituto superiore Pilo Albertelli vicino alla Stazione Termini. «Faremo in modo che nessuno possa dover più vivere eventi del genere, nel luogo dove ognuno di noi dovrebbe essere se stesso al 100%», promettono ragazzi e genitori del Cavour che chiedono «provvedimenti disciplinari e legali nei confronti del docente». E i liceali sottolineano: «Quando un nostro compagno viene toccato, ci mobilitiamo per una scuola che sia veramente inclusiva».

Gestione cookie