Roma, parla lo studente trans: “Ho avuto un attacco di panico”

Roma, parla lo studente trans dopo il bruttissimo episodio che si è verificato pochi giorni fa

Parla lo studente trans
Liceo Cavour (Ansa Foto)

Una vicenda che ha fatto il giro del Paese in pochissimo tempo. Una brutta storia quella che arriva direttamente dal liceo scientifico ‘Cavour‘ di Roma. Vittima uno studente trans. Quest’ultimo, negli ultimi giorni, è stato umiliato dal suo professore di Arte. Quest’ultimo, infatti, avrebbe rifiutato il suo compito. Proprio per il suo orientamento sessuale. Anzi, il docente gli ribatteva: “Per me sei una donna. Non posso riferirmi in altro modo a te“. Mortificandolo ed umiliandolo davanti ai suoi compagni di classe rimasti senza parole.

Nelle ultime ore lo studente ha avuto il coraggio di parlare e di raccontare quel bruttissimo episodio. Lo ha condizionato e non poco. In quel momento si sentiva perso e non ha nascosto che ha avuto un attacco di panico. Dall’inizio di quest’anno intesta le verifiche al maschile. Subito dopo che i genitori hanno richiesto la Carriera Alias (quella che regola i comportamenti da tenere a scuola con alunni transgender).

Roma, liceo Cavour: parla lo studente trans umiliato dal prof

Parla lo studente trans
Liceo Cavour (Ansa Foto)

Il 18enne ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘. “Mi ha urlato che la verifica è un documento ufficiale. Ho pianto, mi è venuto un attacco di panico”. Il ragazzo ha un disturbo di apprendimento ed è aiutato da una insegnante di sostegno. La madre non ci sta ed attacca il professore, colpevole di aver ferito la sua autostima. Non solo: si aspetta che la scuola faccia la sua parte e prenda un provvedimento. A quanto pare il professore si sarebbe scusato con il ragazzo, ma questo non basta per cancellare la ferita che gli ha procurato.

Ci ha tenuto a precisare che quello del professore non è stato un errore, ma una cattiveria nei suoi confronti. A quanto pare, però, non è nuovo a questi episodi. Il professore ovviamente: “A scuola è famoso per le battute sessiste e le discriminazioni. Chiama tutti signorino o signorina. Con me usa “signorina””. Nella giornata di martedì, ovvero quando si è verificato il tutto, il docente gli ha urlato che il compito, essendo un documento ufficiale, doveva essere segnato con il suo nome di nascita.

Lo studente non si è arreso e gli ha mostrato dal cellulare l’articolo 4 del regolamento: ovvero che poteva usare il suo nome d’elezione anche nelle verifiche. “Mi ha chiamato con il nome al femminile di fronte a tutti, mi ha umiliato. Sono andato in vicepresidenza”. Con lui anche lo stesso insegnante che continuava a metterlo in difficoltà. Lo studente ha avuto l’appoggio del vicepreside e degli altri insegnanti che non gli hanno mai dato problemi. Stesso vale anche per i compagni che lo hanno difeso.

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