Sono trascorsi sette anni dalla strage del Bataclan e uno dei sopravvissuti ha rivissuto quella tragica sera attraverso i microfoni dell’Agi.
Sono trascorsi sette anni dalla serata infernale di Parigi. Sei sparatorie in bar e ristoranti, tre esplosioni nei pressi dello Stade de France e l’orrore al Bataclan causarono la morte di 137 persone, tra cui l’italiana Valeria Solesin, e 368 feriti.
Una notte che Stéphane Pinna, uno dei sopravvissuti, non riesce ancora a dimenticare. “All’inizio pensavo fosse un gioco – ha raccontato all’Agi – non ho realizzato. Poi da lontano ho visto uno degli uomini del commando gettare via il caricatore. A quel punto, il terrore“.
“A vederli sembravano dei ragazzini”, ha detto ancora l’uomo che, in quei momenti, concitati, ha avuto la lucidità di aiutare uno dei feriti: “Mi sono strappato la maglietta e l’ho usata come fasciatura per evitare che perdesse troppo sangue. Parlare con lui per rassicurarlo ha aiutato anche me. La cosa più terrificante in quelle ore sono stati i momenti di silenzio e non le urla“.
“Il lunedì successivo è stata la prima volta che mi sono sentito felice di andare al lavoro – ha raccontato Stéphane – mi sono reso conto della fortuna che avevo“.
Stéphane ha raccontato anche come è cambiata la sua vita dopo quella sera: “Tutti hanno iniziato ad interessarsi, anche persone con cui non si aveva confidenza. Ci si comincia a sentire animali da circo“.
E l’uomo in questi anni ha preferito non prendere parte al maxi-processo e non costituirsi parte civile: “Troppo il timore di ricadute psicologiche. E’ stata la scelta migliore per il mio benessere mentale“.