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Biden pressa Zelensky sui negoziati: la risposta di Kiev

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Paolo Colantoni

Gli Stati Uniti, da subito al fianco di Kiev, provano a pressare Zelensky e ad aprire a scenari inaspettati. Ma la risposta di Kiev spiazza tutti

Gli Stati Uniti iniziano a pressare l’Ucraina, nel tentativo di aprire un negoziato con la Russia. Dopo mesi di resistenza e di aiuti, Kiev si ritrova in una situazione diversa ed inaspettata, con la possibilità di dettare la linea, forte di una vittoria sul campo assolutamente inattesa. Ma ora gli Stati Uniti (fin da subito al fianco dell’Ucraina) potrebbero cambiare indirizzo e modificare l’atteggiamento dell’esercito ucraino.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, avrebbe consigliato a Zelensky di mostrarsi aperto a possibili trattative, con “richieste realistiche e priorità” da portare ad un eventuale tavolo con i russi, inclusa una “rivalutazione” dell’obiettivo di riguadagnare la Crimea. “Politicamente e psicologicamente – continua però ad essere la lettura del braccio destro di Zelensky, Mykhailo Podolyak – la Russia non è ancora matura per veri negoziati e per il ritiro delle truppe. Accadrà ma dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk”.

Ma come si comporterà ora l’Ucraina? Aprirà un dialogo con la Russia o tenterà di chiudere la questione cercando di approfittare delle difficoltà evidenziate dall’esercito di Mosca? Il conflitto intanto ha raggiunto anche le sale del vertice Asean, dove il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha criticato gli Stati Uniti, accusandoli di aver fatto saltare la dichiarazione congiunta sui risultati del summit cambogiano a poche ore dal G20: secondo Bloomberg, cresce la possibilità che anche a Bali possa sfumare il comunicato finale, proprio per il dossier Ucraina. E mentre Biden spera di trovare “aree di cooperazione” con il cinese Xi, la Russia arriverà al vertice senza Putin, isolata e in affanno dopo la disfatta di Kherson, che secondo il consigliere Usa Sullivan “ha implicazioni strategiche ancora più ampie”, riducendo “la minaccia a lungo termine per luoghi come Odessa e la costa del Mar Nero”.

Gli scenari futuri

Zelensky, leader ucraino – Ansa –

Alla vigilia di un mese che si annuncia decisivo, c’è la consapevolezza che entrambi gli schieramenti vivono una situazione complicata: Putin ha fallito la mobilitazione generale: circa 700.000 russi sono partiti per la Georgia, di questi 100.000 sono rimasti, altri sono riversati in altri Paesi. Gli ucraini, dal canto loro, dopo aver festeggiato la liberazione di Kherson, raccolgono i cocci di un’occupazione che ha portato fame e pericoli. I festeggiamenti dei giorni scorsi hanno lasciato spazio al sollievo generale ma si allungano le file fuori dai punti di distribuzione di cibo e aiuti dopo che i russi hanno “distrutto infrastrutture essenziali” per acqua, elettricità, comunicazione e riscaldamento, come denunciato da Zelensky. E la paura della rappresaglia russa ha convinto le autorità che il coprifuoco, le limitazioni all’ingresso e lo sminamento non bastano. Tutte motivazioni che spingono gli Usa a immaginare scenari diversi, con la possibilità di aprire un dialogo che, tutto sommato, potrebbe essere accettato da tutti.

 

 

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Paolo Colantoni