Ecco come è stata gestita magistralmente da Ridley Scott una tragedia accaduta durante le riprese de Il Gladiatore
Stasera andrà in onda alle 21:15 su canale 5 Il Gladiatore, senza alcun dubbio uno dei film più rappresentativi degli ultimi trent’anni. Come per tutte le grandi produzioni, dietro al mastodontico successo del film c’è stato più di un ostacolo, tra cui la tragica perdita di uno dei personaggi principali.
Il film, come noto, è ambientato nell’antica Roma e narra la tragica parabola esistenziale di Massimo Decimo Meridio – interpretato da Russel Crowe – la cui vita è stata violentemente stravolta dal giovane imperatore Commodo, interpretato da un magnifico Joaquin Phoenix.
Commodo, dopo aver ucciso il proprio padre, per evitare che Massimo venisse proclamato imperatore, tenterà di eliminare anche Massimo e la sua famiglia. Massimo sarà l’unico superstite dell’infame massacro e, dopo una serie di sfortunati eventi, si ritroverà a combattere come schiavo nelle celebri esibizioni dei gladiatori. Il signore al quale Massimo fornirà i propri servizi è Proximo, il quale riveste un ruolo tendenzialmente secondario all’interno dell’intreccio. La triste verità è che questo personaggio avrebbe dovuto significare sensibilmente di più all’interno del percorso di rivalsa di Massimo, tuttavia il suo interprete Oliver Reed, è venuto a mancare a poche settimane dalla conclusione delle riprese, costringendo la produzione a trovare una soluzione in tempi brevissimi.
In un primo momento la produzione optò per usufruire della polizza firmata con l’assicurazione, accedendo ad un rimborso spese di venticinque milioni di dollari per rigirare interamente le scene con un nuovo interprete. Il piano, tuttavia, fù prontamente rifiutato da Ridley Scott, che volle riscrivere parte della sceneggiatura, cosi da mantenere le scene girate da Reed nel montaggio finale. Per ottenere il risultato da noi apprezzato sul grande schermo più di vent’anni fa, Scott si servì di controfigure e computer grafica, riuscendo a confezionare una parabola del personaggio perfettamente plausibile e preservando il prezioso lavoro dell’amico deceduto.