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Zeman, che sorpresa: il boemo spiazza ancora i tifosi juventini

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Cristiano

Zdenek Zeman continua a far parlare di sé. Lo ha fatto con la sua ultima intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera’. Il tecnico boemo ha spiazzato, ancora una volta, i sostenitori bianconeri

Zdenek Zeman (Foto LaPresse)

Zdenek Zeman non ha affatto bisogno di alcun tipo di presentazione. Un personaggio molto stimato nel mondo del calcio. Anche dagli avversari, anche se non da tutti a dire il vero. In particolar modo dai sostenitori della Juventus che non lo vorrebbero vedere neanche con il binocolo a dire il vero. Questa volta, però, gli stessi tifosi bianconeri sono rimasti ancora una volta spiazzati dalle sue dichiarazioni.

Parole che il manager boemo ha rilasciato in una intervista concessa al ‘Corriere della Sera‘. In merito a ciò ha usato parole che mai nessuno si sarebbe aspettato. Ovviamente non ha discusso solamente di ciò, ma di vari argomenti. Ha spiegato che la Capitale è nel suo cuore. Vive a Roma da anni. Dopo aver allenato entrambe le squadre sia i tifosi giallorossi che quelli biancocelesti lo vogliono ancora bene e lo stimano.

Zeman spiazza tutti: “Sono sempre stato juventino

Zdenek Zeman (Foto LaPresse)

Udite udite: l’allenatore nativo di Praga è sempre stato un tifoso della Juventus. Anzi, a quanto pare la notte dormiva proprio con la maglia dei bianconeri. Quando il giornalista gli fa notare che ha sempre avuto battibecchi con il club, il manager gli ha fatto notare che ce l’aveva in particolare quando c’erano Moggi, Bettega e Giraudo. “Era la squadra di mio zio Cestmir Vycpálek: il più grande talento del calcio cecoslovacco prima di Pavel Nedved, che portai in Italia. La differenza è che Nedved, lavoratore maniacale, voleva allenarsi pure il giorno di Natale; mio zio invece amava le gioie della vita“.

Sulla questione dei farmaci e della Juve sotto processo: “A Torino c’era un magistrato coraggioso, Guariniello. Io ho puntato il dito contro il sistema, non solo contro la Juve, che aveva molti seguaci. E il problema non erano solo i farmaci. Erano anche i passaporti falsi. Era anche il condizionamento degli arbitraggi. Era anche lo strapotere della finanza“. Dopo che la Lazio lo esonerò arrivò la chiamata del presidente Sensi: “Sono Franco Sensi“, “Sì, io sono Napoleone. E riattaccai il telefono giù“. Un simpatico aneddoto che nessuno conosceva sino ad ora. Dopo l’arrivo dell’Armata Rossa annunciò che ha sempre odiato i comunisti. Proprio come il papà. Ed infine il calciatore più forte mai allenato? Su quello non ci sono stati dubbi: “Francesco Totti“.

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