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Curiosità

Beni sottratti alle mafie: quali sono i tesori che lo Stato trascura

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Argia Renda

Esistono dei beni sottratti alle mafie che ancora oggi restano completamente abbandonati: quali sono i tesori trascurati dallo Stato?

Sarà probabilmente un argomento sconosciuto alla maggior parte delle persone, eppure esistono dei luoghi o per meglio dire dei beni materiali che in passato sono stati sottratti alle mafie e all’uso che loro ne facevano, per poi essere lasciati in uno stato di completo abbandono.

Beni confiscati alle mafie, foto fonte Pixabay

Si tratta di un vero e proprio colmo visto e considerato che nella maggior parte dei casi i beni che vengono confiscati non riescono nemmeno ad essere riutilizzati dalle forza dell’ordine. Cerchiamo dunque di conoscerne alcuni.

Beni confiscati alle mafie: conosciamone alcuni

Quali sono i beni confiscati alla mafia che almeno per il momento sembrano essere stati completamente abbandonati anche dallo Stato?

Via dei Pescatori a Castel Gandolfo è questo il luogo preciso in cui è presente il Palazzo apostolico, ovvero la residenza estiva del Papa, proprio nella zona ci sta una bellissima villa a tre piani di quasi trecento metri quadri con altri 2500 di parco privato, ebbene proprio in questo luogo andava in vacanza Enrico Nicoletti, l’ex cassiere della Banda della Magliana. Il sequestro avvenuto da parte dei carabinieri è avvenuto nel 1996,  all’epoca valeva circa cinque milioni di euro, mentre oggi, totalmente abbandonato, si mostra con un vero rudere.

Beni confiscati alle mafie, foto fonte Pixabay

Stessa cosa per la grande azienda agricola che si trova a Santa Maria La Fossa, che in passato era controllata da Francesco Schiavone, ovvero il capo del clan dei Casalesi. Sembra essere ancora oggi il bene più grande sottratto alla camorra, solo il processo per sequestrarlo e confiscarlo è durato ventidue anni.

Infine, tra i tanti presente anche uno stabile situato nel Comune di Reggio Calabria: apparteneva a uno ‘ndranghetista di nome Gioacchino Campolo, confiscato nel 2015, oggi è completamente abbandonato. Stessa cosa per lo stabile che si trova in Lombardia, si tratta della cascina Barbavara a Vigevano sequestrato ai tempi di Mani pulite e non ancora ricollocato.

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