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Cronaca

Soccorso in mare: ecco il piano del Viminale

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Mauro Simoncelli

il ministero dell’Interno si muove per riproporre nuovi decreti sicurezza sulla questione salvataggio in mare dei migranti e delle navi Ong

Dopo l’ultimo scontro tra Italia e Francia per la nave Ocean Viking e le roventi polemiche seguite all’accoglienza dei naufraghi, il governo italiano corre ai ripari e propone al prossimo vertice dei ministri europei un codice comune sulle organizzazioni non governative con ponti aerei per portare i migranti verso lo Stato bandiera delle imbarcazioni.

La Ocean Viking con a bordo dei profughi –

Le imbarcazioni delle organizzazioni non governative, enti no profit che operano indipendentemente dalle autorità nazionali, si occupano del soccorso in mare delle persone che cercano di raggiungere l’Europa.

Ancora polemiche sui soccorsi dei profughi in mare

Il fenomeno migratorio che coinvolge ormai da molti anni il Mar Mediterraneo vede spesso tra le protagoniste della cronaca le imbarcazioni di salvataggio delle Ong. Le navi delle organizzazioni non governative si occupano, nello specchio di acqua tra il Nord Africa e l’Europa, del recupero in mare delle persone che cercano di raggiungere il Vecchio Continente. L’ultima a raggiungere le nostre coste è stata nei giorni scorsi la Ocean Viking con a bordo molti profughi e la decisione delle autorità italiane di far sbarcare solo chi necessitava di assistenza immediata e improrogabile, ha scatenato feroci polemiche soprattutto tra Italia e Francia.

“Ci faremo carico di tutte le persone che hanno bisogno, come le donne incinte o i bambini. Ma all’esito della verifica le persone che non rientrano dovranno rimanere a bordo e tornare in acque internazionali”, ha dichiarato il neo Ministro degli Interni Piantedosi ribadendo la necessità che siano ii Paesi di bandiera della navi delle Ong ad occuparsi di chi è a bordo.

Il Ministro degli Interni Piantedosi – Ansa foto

L’Italia vara nuove regole per l’approdo nei nostri porti

Il ministero dell’Interno ha deciso di varare un piano per cercare di risolvere una volta per tutte la questioni migranti e navi Ong che prevede di rafforzare gli accordi bilaterali per i flussi ei rimpatri già esistenti. Se le Ong non firmeranno e rispetteranno un codice di condotta per entrare nelle acque italiane, andranno incontro a sequestri e sanzioni: Per entrare nelle acque italiane diventerà obbligatorio averlo sottoscritto e la regola principale da rispettare sarà di intervenire soltanto quando esiste un effettivo pericolo per i migranti.

E anche nei casi in cui si effettua il soccorso di imbarcazioni in pericolo, la procedura prevedrà di avvisare le autorità del Paese più vicino comunicando il tipo di intervento che si sta effettuando. In pratica chi vuole entrare nei porti italiani dovrà dimostrare di aver soccorso imbarcazioni a rischio naufragio. In questo modo si cerca di costringere gli altri Stati membri dell’Unione europea a prendersi in carico a loro volta la redistribuzione. Le multe per le Ong che non rispettassero tali direttive potrebbero arrivare fino a un milione di euro, con sequestro della nave utilizzata per il soccorso e il trasporto dei migranti.

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Mauro Simoncelli