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Malagò, intercettazioni shock: “I presidenti di A sono delinquenti”

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Paolo Colantoni

Parole durissime del presidente del Coni sui presidenti di A: nel mirino Preziosi, Lotito e gli “amici di Juve e Roma”

Parole durissime. Accuse gravi e dirette. Giovanni Malagò definisce i presidenti della Serie A “Veri delinquenti” e accusa direttamente il numero uno della Lazio Claudio Lotito, l’ex presidente del Genoa Preziosi e quelli che ritiene “amici”, come i numeri uno di Juventus e Roma. Nel faldone delle indagini sulle presunte tangenti per l’assegnazione dei diritti tv, ci sono delle intercettazioni destinate a creare scalpore nel mondo del calcio.

Giovanni Malagò, intercettazioni shock – Ansa –

Il quotidiano La Repubblica riporta una conversazione tra il numero uno del Coni e Andrea Zappia, manager di Sky. E’ il 2 giugno del 2020: i giornali quel giorno scrissero che la Procura di Milano aveva indagato Malagò per falso: il numero uno del Coni era il presidente-commissario dell’Assemblea della Lega Calcio (con la quale il 19 marzo del 2018 le 20 squadre elessero neo presidente Gaetano Miccichè). E secondo la Procura aveva falsificato i verbali. Malagò è furioso e al telefono con Zappia si sfoga. “E’ ridicolodice il manager di Skydopo quello che avevi cercato tu, di dare ordine a questi sciammanati”. “Infatti – dice Malagò – è quello che mi rinfacciano: uno statuto, una governance, glia avevo trovato una persona di livello ...questi sono delinquenti veri”.

Preziosi, Lotito e gli amici di Juve e Roma

Andrea Zappia di Sky e Malagò, intercettazioni shock –

Malagò è convinto che la denuncia parta da Preziosi: “Di che dobbiamo parlare?”. Poi Zappia e il presidente del Coni parlano di Lotito. “Sono stupito, che questo signore che ha un business nano, che ormai campa solo di calcio, che è quello che fa vivere tutte le sue aziende”, dice Zappia. Malagò risponde: “Non c’è dubbio”. “Marmaldeggi così – riprende Zappia – ma alla fine i nostri amici di Juve e Roma sono colpevoli quanto lui, perché alla fine, per un motivo o per un altro hanno rinunciato a lottare e sono diventati complici perché lo hanno assecondato nelle sue avventure”.

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