Due madri hanno presentato ricorso contro il decreto Salvini sul nome da mettere sulla carte d’identità. E la sentenza fa discutere.
Sono passati quasi tre anni dalla decisione di Matteo Salvini e del Viminale di imporre alle coppie omosessuali di identificarsi come padre e madre. Il leader della Lega aveva deciso di andare per la sua strada nonostante i pareri opposti del garante della privacy e dei comuni.
Ma ora la situazione potrebbe nuovamente cambiare. Due madri, infatti, hanno presentato ricorso contro questo provvedimento e, come riportato da Open, il giudice ha dato ragione alla coppia.
Ora, quindi, il Viminale dovrà correggere i documenti ed eliminare l’obbligo di identificarsi come padre e madre alle coppie omossessuali. Vedremo se nei prossimi mesi il ministero dell’Interno lavorerà ad un provvedimento simile.
Come riferito da Open, nella sua sentenza il giudice ha puntato “sulla falsa rappresentazione del ruolo di una delle due genitrici, in evidente contrasto con la sua identità sessuale e di genere, comporta conseguenze rilevanti sul rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione“.
“La soluzione della questione – si legge ancora nella sentenza – dovrebbe risultare di immediata percezione“. Inoltre, per il giudice i funzionari dell’anagrafe avrebbero commesso falsi in atto pubblico “poiché un documento indichi una delle donne come padre contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà. Inoltre, il diritto alla corretta rappresentazione familiare non setta solo alle madri, ma anche alla bambina“.