Imprenditore italiano morto a Dubai, possibile svolta nelle indagini

Imprenditore italiano morto a Dubai, possibile svolta nelle indagini: nel registro degli indagati spunta il nome di una conoscente

Imprenditore ucciso a Dubai
Polizia (Ansa Foto)

La Procura di Arezzo ha deciso di aprire una indagine per quanto riguarda la morte di Marco Mazzeschi. L’imprenditore italiano ucciso a Dubai nel mese di ottobre. Il suo corpo è stato ritrovato, senza vita, nella sua abitazione. A scoprire il tutto è stata la compagna. Proprio quest’ultima, però, è finita nel registro degli indagati. Le accuse nei suoi confronti sono gravissime: si parla di omicidio preterintenzionale. Ricordiamo che il cadavere dell’uomo è stato trovato il 30 ottobre.

Si trovava in Medio Oriente per vacanze. Era uno stimato imprenditore nel settore delle lavanderie industriali. In molti si ricordano per il suo passato da giornalista. La compagna, che si era alzata nel cuore della notte per andare a bere, lo ha trovato disteso sul tappeto. Dopo essersi accorta che non respirava più ha chiamato le forze dell’ordine. Successivamente è stata chiamata anche la famiglia del deceduto. In molti pensavano si trattasse di un malore. A quanto pare, però, non era la strada giusta da seguire.

Imprenditore italiano morto a Dubai, indagata la compagna

Secondo quanto riporta il ‘Corriere di Arezzo‘ la famiglia della vittima ha presentato un esposto. Il loro obiettivo è che venga fatta chiarezza sulla sua morte. E’ stata effettuata anche l’autopsia sul corpo dell’uomo (ad opera di alcuni specialisti della medicina legale di Siena). Il consolato è stato avvertito in modo che venga realizzato l’esame tossicologico. Il risultato ha dato esito negativo.

Sul corpo non sono stati trovati segni di traumi accidentali né lividi. Nei prossimi mesi (perlopiù 2) sono attesi i risultati dell’esame autoptico. Nel caso in cui si dovesse confermare che a togliere la vita all’imprenditore sia stato un malore allora la vicenda si chiuderebbe qui. L’indagata respinge tutte le accuse che ha ricevuto ed è pronta a collaborare. Non solo: fa sapere di essere “serena e fiduciosa nell’esito dell’inchiesta”.

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