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Cronaca

“Se serve, buttateli a mare”: così gestivano traffico migranti

Published by
Marco Ercole

Destinate misure cautelari nei confronti di 18 persone facenti parte di un’organizzazione criminale transnazionale di traffico di migranti: 6 di loro sono irreperibili. La Procura di Caltanissetta ha messo in evidenza la crudeltà con la quale venivano gestite quelle tratte in mare

Un’indagine portata avanti dalla Procura di Caltanissetta ha consentito di sgominare un’organizzazione criminale transnazionale che gestiva il traffico di migranti dalla Tunisia alla Sicilia. Questo ha permesso questa mattina di destinare misure cautelari per 18 persone, 11 di nazionalità tunisina e 7 italiana (12 sono stati catturati mentre sei sono tuttora irreperibili poiché probabilmente all’estero).

Sgominata organizzazione che gestiva traffico migranti (Ansa)

Erano loro che, con piccole imbarcazioni munite di potenti motori fuoribordo e condotte da esperti scafisti, organizzavano e si occupavano di questi viaggi muovendosi tra le città tunisine di Al Haouaria, Dar Allouche e Korba e le province di Caltanissetta, Trapani e Agrigento. I loro standard prevedevano trasporti dalle 10 alle 30 persone per volta in meno di 4 ore, e quando qualcosa andava storto i migranti potevano essere gettati in mare, all’ordine di “se serve, buttateli a mare“.

Traffico migranti, sgominata organizzazione

18 persone sarebbero coinvolte in un’organizzazione che gestiva traffico migranti (Ansa)

Tra le varie imputazioni nei loro confronti, infatti, c’è anche l’aggravante di aver esposto a gravi pericoli la vita dei migranti, sottoposti a trattamenti disumani e degradanti. A loro carico, poi, ci sono gravi indizi di partecipazione a un’organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato aggravato dal fatto che l’associazione era composta da più di dieci persone e aveva carattere transnazionale (comprende quindi sia italiani che stranieri). Una fitta ragnatela di affari i cui fili erano in mano a una coppia di tunisini, i quali portavano i migranti dalla Tunisia all’Italia, dietro compenso per ciascuno fino a 5mila euro a viaggio. Ciò significa che il presunto profitto dell’organizzazione criminale, quindi, si attesterebbe tra i 30mila e i 70mila euro per ogni viaggio. Questo denaro raccolto in Tunisia arrivava successivamente in Sicilia attraverso note agenzie internazionali specializzate in servizi per il trasferimento di denaro. A quel punto veniva versato su carte prepagate dei membri della banda.

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Marco Ercole