“L’emergenza migranti non è solo a Lampedusa”: il sindaco lancia l’allarme

“Mai visti così tanti arrivi in 16 anni, bisogna agire subito”: appello del sindaco al governo Meloni. 

La questione tiene banco, e si è trasformata in un braccio di ferro con l’Europa e in particolare con la Francia. Il governo Meloni vuole gestire definitivamente e trovare una linea sulla questione dei migranti in arrivo in Italia.

Migranti, appello del sindaco
Migranti, appello del sindaco (AnsaFoto)

Non solo Lampedusa però, perché anche il sindaco di Trieste lancia l’appello, e lo fa senza mezzi termini. In una intervista sul quotidiano Il Tempo, Roberto Dipiazza svela numeri, parla di proposte, racconta le difficoltà a Trieste, che è sempre di più una meta presa d’assalto. “In 16 anni non ho mai visto questi numeri – ha ammesso –, la mole di migranti arrivata nella nostra zona è davvero impressionante”. Arriva quindi l’appello a governo Meloni. “Spero che ci aiutino, che arrivi un sostegno, – prosegue il primo cittadino –, perché siamo a 7mila richieste d’asilo da inizio anno”. Sono i numeri quindi ad alimentare l’allarme sulla rotta balcanica.

“Parliamo di 200-300 persone al giorno che varcano il confine fra richiedenti e irregolari, la situazione rischia di diventare esplosiva e non possiamo farcela. Ora serve un segnale” ammette Dipiazza, e lancia la sua proposta.

Dipiazza: “Sono 20 anni che propongo una soluzione”

Il sindaco di Trieste Dipiazza
Il sindaco di Trieste Dipiazza (Ansafoto)

C’è chi propone un hotspot per gestire tutto come accade a Lampedusa e chi rifiuta la soluzione avanzando timori in merito all’emergenza continua che in questa fase il governo Meloni prova a gestire. Per Dipiazza, da 16 anni sindaco di Trieste, la soluzione è sempre identica da quanto l’ha proposta, ormai circa 20 anni fa. “Fino ad ora si è pensato ad utilizzare solo la cosiddetta accoglienza diffusa, ma è un evidente fallimento – ha dichiarato il primo cittadino a La Stampa -, si tratta di un modello sbagliato”. 

Si fa largo quindi una proposta chiara. “Ci sono decine e decine di enormi caserme che ospitavano fino alla caduta del muro di Berlino migliaia e migliaia di soldati italiani. Sono in ottimo stato e potrebbero essere allestite allo scopo in poco tempo”. Resta aperta però anche la strada di possibili accordi con la Slovenia. “Si certo, ma è una strada difficile da perseguire”. Resta quindi da trovare una soluzione immediata perché i numeri sono alti. “Mi ripeto – afferma Dipiazza –, ma l’unica soluzione è predisporre una accoglienza organizzata per il successivo smistamento in Europa. Per prima cosa però bisogna intervenire sul nostro territorio e soprattutto farlo in fretta”. 

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