Un gravissimo lutto ha colpito il mondo della scrittura, la morte di Gene Perret è un colpo per le vecchie generazioni. Considerato il leader della comicità americana, è scomparso nelle ultime ore
Un gravissimo lutto ha colpito gli Stati Uniti D’America. La notizia è di pochi minuti fa. Lo scrittore Gene Perret è passato a miglior vita. Aveva 85 anni ed era considerato come il numero uno della scrittura comica americana. Conosciuto per aver scritto battute ai comici come Phyllis Diller, Bob Hope, Carol Burnett, Bill Cosby, Tim Conway e molti altri. Nel suo Palmares troviamo 3 Emmy Awards e 9 nomination per il suo ‘Carol Burnett Show‘.
La morte, però, è avvenuta il 15 novembre. Solamente nella giornata di oggi, però, si è venuti a conoscenza di questa brutta notizia. A rendere noto di tutto ciò è stata la figlia Linda Perret al ‘The Hollywood Reporter‘. A toglierli la vita una insufficienza epatica. E’ deceduto nella sua casa di Westlake Village (tra Los Angeles e Ventura, in California). Nel corso della sua brillante carriera (durata ben 50 anni) ha scritto due show con protagonista Tim Conway e per Rowan & Martin’s Laugh-In, All in the Family, Welcome Back e molti altri ancora.
Ha lavorato anche nel mondo della televisione visto che è stato produttore di altri show come: Welcome Back, Kotter, Three’s Company, e The Tim Conway Show. Il suo ‘Manuale di Scrittura Comica – Step by Step‘ viene ancora adesso considerato uno dei testi di scrittura comica più importanti. Nel 1973 iniziò a collaborare con Carol Burnett. Prima di intraprendere questa carriera iniziò a lavorare come ingegnere per la ‘General Electric’.
Durante una festa organizzata dal suo capo fece ridere il pubblico con le sue battute. Da quel momento in poi si aprì la sua strada. Tanto da inviare battute a ‘Slappy White‘ e ‘Phyllis Diller‘. Amici e parenti lo convinsero a prendere quest’altra via che gli ha portato decisamente fortuna. Indimenticabile una delle sue battute: “Se aveste visto che tipo di ingegnere ero, avreste capito che passare alla commedia era una progressione naturale”.