La decisione della Food & drug administration potrebbe aprire la strada a prodotti derivati da vere cellule animali, che non richiedono la macellazione
Una decisione che potrebbe cambiare la visione del mondo e che già fa discutere. Un’azienda americana è riuscita a sviluppare polli cresciuti in laboratorio, coltivando cellule animali, ottenendo così una prima e importante valutazione da parte dell’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
Le polemiche sono arrivate immediate e per questo in Italia è partita la grande mobilitazione contro il cibo sintetico con il via alla raccolta di firme su tutto il territorio nazionale per fermare quella che viene considerata una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale.
Una svolta importante
Con un pronunciamento che probabilmente sarà ricordato, la Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha dato un primo parere favorevole ai nuggets sintetici di carne di pollo coltivata dalla Upside Foods, la start up californiana che da anni lavora a questo progetto. Un parere favorevole che apre la strada a prodotti derivati da vere cellule animali, che non richiedono la macellazione. “Non è un processo di approvazione” specifica la stessa Fda in una nota, “ma è invece il segno che dopo la nostra attenta valutazione dei dati e delle informazioni condivise dall’azienda, non abbiamo ulteriori domande in questo momento sulla conclusione sulla sicurezza dell’azienda”. Insomma, un primo si in attesa di sviluppi.
La reazione in Italia
Solo un altro Paese, oltre agli USA, ha già permesso la produzione di questo cibo, cioè Singapore, dove addirittura viene già venduto e consumato e “la bistecca sintetica non è più qualcosa di surreale, ma è concreta, e arriverà anche nel mercato alimentare dell’Unione Europea”, è oramai sicuro anche Wolfgang Gelbann, ufficiale scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. E in Italia comincia a montare la mobilitazione tanto che la Coldiretti in una nota ha già fatto sapere la “carne di Frankenstein non piacerebbe al 75% degli italiani”, in base agli ultimi dati raccolti dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi economica.