Il Cardinale Giovanni Angelo Becciu è ancora al centro dell’attenzione per le parole dette nei confronti del Papa.
E’ indagato per associazione a delinquere il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, protagonista del processo in corso al Vaticano insieme ad alcuni familiari per delle vicende che si sono svolte nella sua Diocesi in Sardegna.
Eppure, ad aggravare la sua posizione ulteriormente ci si è messa anche una registrazione di una telefonata fatta proprio dal Cardinale al Papa, nel periodo vicino al Processo: secondo quanto riporta il Mattino pare che nelle parole del diretto interessato si leggesse la volontà di farsi in qualche modo aiutarsi dal Pontefice proprio per il suo processo.
“Le operazioni di registrazione appaiono essere state preventivamente orchestrate al fine di ottenere dal Papa informazioni che, seppure possano apparire richieste poiché ipoteticamente idonee alla difesa del cardinale nel corso del processo che si sta celebrando in Vaticano, a prescindere non si sarebbero dovute partecipare a terzi in quanto di natura riservata” è questo quello che si legge nella nota diffusa proprio dalla Guardi di Finanza di Oristano.
“Un colpo in testa al Papa” è questo il messaggio presente nella chat della famiglia del Cardinale Becciu, che poi risponde: “Non ci riesco”. “Lo facciamo noi”, la risposta dello stesso utente e ancora, da parte di un altro utente: “Dio ha il controllo di tutto, non c’è nulla da temere, basta credere, fidarsi e ringraziarlo sempre”.
Per il momento queste cha, come riporta sempre il quotidiano Il Mattino, sono al vaglio dei controlli, sempre nella nota ufficiale si legge, infatti: “seppur non appaiano fornire fonti di prova di fatti costituenti reato, descrivono l’habitat nel quale l’argomento del processo vaticano al cardinale Angelo Becciu viene trattato, restituendo una serie di commenti e valutazioni che dimostrano l’esistenza di un regime condiviso di sostanziale ostilità nutrito da costoro verso le autorità giudiziarie vaticane e verso il pontefice”.
Ma non è ancora tutto, pare che il Cardinale usasse anche dei soprannomi per riferirsi al Papa che chiamava: Zizzu oppure Puzzinoso, in questo caso di tratta di una parola sarda parola sarda che può avere tanti significati e tutti dispregiativi. Sempre nella lunga informativa della Guardia di Finanza di Oristano si legge: “spesso i partecipanti scrivono in lingua sarda (logudorese) e utilizzano abbreviazioni, appellativi o epiteti quando si riferiscono al pontefice, ai magistrati vaticani, alla polizia giudiziaria vaticana e ad altri soggetti”.