Il leader di Iv: “Dalla premier ci va Calenda, deve ascoltarci. Alle Europee saremo primo partito la sinistra oggi è succube di Conte e Fratoianni”
Giuseppe Conte? “Deve ancora riprendersi”. Enrico Letta «Ha fatto di tutto per perdere». Matteo Salvini? «L’uomo del tutto e il contrario di tutto». È il solito Matteo Renzi sornione e sarcastico, intervistato sul sito de La Stampa dal vicedirettore Federico Monga, che ne ha per tutti tra un commento tranchant e un dialettismo. «Mi diverto un monte», dice in fiorentino, mentre rinfaccia a tutti quelli che avrebbero scommesso su un litigio con Calenda post voto che «Carlo guiderà la Federazione. E non vorrei dire che lo vedo più di mia moglie, ma quasi». Solo un nome è tabù, guai a parlarne. «Bonaccini prossimo segretario del Pd? Voi volete fregarmi, ma di lui non parlo. È un amico e gli voglio bene, e il miglior modo di volergli bene è non parlare di lui. Altrimenti quelli del Pd, che si fregano da soli, lo attaccano». Manca qualcuno? Ah sì, la premier Giorgia Meloni. Tra attacchi sibillini e consigli non richiesti, ecco la stoccata lanciata tra i possibili punti d’incontro con la destra sulla Manovra e un futuro nell’esecutivo se Forza Italia dovesse sfilarsi: «Io sono quello che i governi li fa cadere». Presto ci sarà l’incontro tra Meloni e il Terzo Polo sulla Manovra. Lei ci va? «Ci va Carlo e fa benissimo ad averlo proposto, come Meloni ha fatto benissimo ad averlo accettato. Bisogna uscire dalla retorica per cui se l’opposizione fa proposte e la maggioranza le ascolta è un inciucio: è il nostro mestiere. Perché scandalizzarsi? E poi, ascoltandoci possono solo migliorarla».
Questa manovra non vi piace? «Per ora non è né carne né pesce, è robetta. Una manovrina». E dove si può migliorare? «Sicuramente proporremo il Family Act, le misure per le imprese. Non sono slogan ideologici, i risultati li abbiamo portati: nel nostro governo – Calenda era un suo ministro, ndr – abbiamo fatto Industria 4.0, il Jobs Act, l’Irap sul costo del lavoro. Qualcosa sul mondo dell’impresa possiamo dirla». I voucher, per esempio, erano nel suo governo. «Li abbiamo fatti noi, sì. La cosa sconvolgente è che Salvini li ha tolti. Lui è meraviglioso: fa tutto e il contrario di tutto. Faceva parte del governo che li ha tolti e di quello che li rimette, era nel governo che ha messo il Reddito di Cittadinanza e ora in quello che prova a toglierlo. Voglio vederlo…».
“Reddito di Cittadinanza, se lo tolgono? Sono come San Tommsao, finché non vedo…”
Lo toglieranno? «Sono come San Tommaso, finché non vedo non credo». E sull’innalzamento del tetto del contante? Lei obbligò Padoan «La fermo. Padoan non era uno che si faceva obbligare. La discussione, comunque, è futile: l’evasione non si risolve alzando o abbassando il tetto del contante, ma con le misure che abbiamo fatto noi: la dichiarazione dei redditi precompilata, la fatturazione elettronica, l’incrocio delle banche dati. Il nostro governo ha il record della lotta all’evasione. Questo governo ci ascolti: il nostro obiettivo è aiutare il Paese. Poi Meloni è al governo, noi siamo – prende fiato, scandisce le sillabe, ndr – all’op-po-si-zio-ne».
E ci rimarrete sempre? Se Forza Italia si tira indietro? «Io sono quello che i governi li fa cadere. Come insegna Sorrentino nella Grande Bellezza: la cosa bella non è organizzare la festa, ma avere il potere di farla fallire. Io non faccio inciuci: l’ultimo che l’ha detto è Conte e deve ancora riprendersi dalla botta che ha preso. Ma so che nel 2024 alle Europee questo governo rischierà di andare a casa, lì saremo pronti». Col Pd del suo amico Bonaccini? «Lei pensa di fregarmi, Bonaccini è un amico e gli voglio bene, e il modo migliore di volergli bene è non parlare di lui. Se parlo di lui, quelli del Pd, che sanno come fregarsi da soli, lo massacrano. Bonaccini, Schlein, chi c’è ancora? – Nardella, sindaco di Firenze, suggerisce Federico Monga – anche lui va benissimo, così smette di fregare i cittadini con le multe se vanno ai 51 chilometri orari. Chiunque ci sarà, sarà impossibile faccia peggio di Letta. Lui pur di perdere ha fatto di tutto, dominato da un rancore personale».