Alberto Genovese è stato ritenuto colpevole degli stupri a due modelle e condannato: ecco la senza emessa dal Giudice.
“Le condotte ascritte ad Alberto Genovese appaiono contraddistinte da particolare gravità, considerato soprattutto l’evidente squilibrio per età, capacità, censo – sussistente tra la sua posizione e quella delle ragazze che frequentavano le sue feste, tutte giovanissime ed attratte dalla presenza di personaggi del mondo dello spettacolo e dal lusso come specchietti per le allodole” sono queste in parte le parole della sentenza del Giudice per le indagini preliminari.
Alberto Genovese è stato condannato a 8 anni e quattro mesi di carcere dopo la certezza di essere stato lui il colpevole di stupro ai danni delle due modelle avvenuti a Terrazza Sentimento di Milano e a Villa Lolita di Ibiza. “Lo scopo perseguito è stato sempre evidentemente quello della ricerca del massimo piacere personale” ha poi scritto ancora il giudice.
Alberto Genovese, la sentenza parla chiaro: “Ha sempre agito in condizioni vigili”
Alberto Genovese ha ricevuto la conferma della sua pena per le due violenze commesse nel 2020 a tre mesi di distanza l’una dall’altra, ai danni di due modelle di 23 e 18 anni stordite da un mix di droga e alcool. Nella sentenza si sottolinea come: “Abbia sempre agito in condizioni vigili”, è stata quindi di fatto respinta la tesi difensiva della seminfermità mentale, anche legata all’uso di cocaina e ancora: “Non può dirsi in alcun modo dimostrato che il particolare funzionamento psichico di Alberto Genovese sia mai evoluto in un disturbo della personalità, né vi è prova che ciò lo abbia incolpevolmente indotto alla tossicomania”.
Ma non è tutto, sempre dalla sentenza del gup si legge ancora: “L’offerta di sostanze stupefacenti di buona qualità, in quantitativi pressoché illimitati, senza pagamento, appariva dunque particolarmente nociva sia per la salute delle ragazze che, come si è visto, per quel che accadeva dopo, quando erano ormai ridotte in condizioni di non poter opporre alcuna forma di resistenza o anche di semplice diniego”.