Nella legge di Bilancio per il 2023 c’è Quota 103, la misura per il pensionamento anticipato che consentirà di smettere di lavorare all’età di 62 anni
La cosiddetta Quota 103 prenderà il posto di Quota 102, che non verrà rinnovata. Ma non bisogna considerarla un peggioramento, perché Quota 103 coinvolgerà un numero molto più ampio di lavoratori rispetto a quelli che avrebbero potuto approfittare per uscire dal mondo del lavoro con la vecchia Quota 102.
Nell’ultima legge di Bilancio, approvata nei giorni scorsi dal governo Meloni, è stata introdotta una nuova forma di pensionamento anticipato ristrutturando la vecchia legge Fornero. In pratica è stata introdotta una Quota 103 che consentirà di andare in pensione all’età di 62 anni, con cinque anni di anticipo rispetto a quanto stabilito dalla pensione di vecchiaia, serviranno quindi anche 41 anni di contributi per raggiungere la fatidica soglia. La grande novità sta nel fatto che la pensione avrà un tetto pari a 5 volte il cosiddetto trattamento minimo Inps e, dunque, di 2.600 euro o di 2.855, a seconda che verrà utilizzato il trattamento 2022 o quello del 2023, sempre fino al momento della maturazione dei requisiti per la vecchiaia, cioè i 67 anni, quando l’assegno tornerà intero.
Sono confermate le cosiddette finestre mobili di tre mesi dalla maturazione dei requisiti per i lavoratori del settore privato e di sei mesi per il settore pubblico per chi deciderà di restare a lavoro raggiunti i requisiti pensionistici, ci sarà un’importante riduzioni dei contributi obbligatori del 10% con effetti positivi sulla busta paga. Sarà poi prorogata per il 2023 l’Opzione donna che si chiamerà Opzione mamma, con alcune modifiche, si andrà in pensione infatti a 58 anni con due figli o più, a 59 con un figlio e a 60 negli altri casi, ma a questo dovrebbe essere aggiunto un anno di finestra mobile come previsto per la misura negli anni scorsi.