Cucina, giardino e amici: studio rivela come prevenire l’Alzheimer

Un’importante ricerca effettuata su un campione di oltre mezzo milione di persone anziane in Inghilterra ha generato risultati molto interessanti. Riuscire a dedicarsi ai propri interessi e avere un regime alimentare sano può aiutare molto a diminuire i rischi della malattia 

Darsi da fare in cucina preparando qualche ricetta, pulire la casa con attenzione e dedicarsi alla cura del proprio giardino sono tutte attività che, se fatte oggi, potrebbero rivelarsi molto importanti nel futuro. Già, perché secondo uno studio effettuato e che ha coinvolto oltre mezzo milione di persone anziane in Inghilterra, questo genere di faccende domestiche consentono di ridurre in modo importante il rischio di Alzheimer.

Giardinaggio
Prendersi cura del proprio giardino è una delle attività consigliate per la prevenzione dell’Alzheimer (Ansa) – Notizie.com

Come riportato dai dati raccolti all’interno di questa indagine, infatti, coloro che nella loro vita si sono occupati di queste attività hanno ben il 21% in meno di probabilità di sviluppare la malattia.

L’alimentazione è un fattore decisivo

Entrando più nello specifico, i casi di Alzheimer si sono abbassati addirittura del 35% se i soggetti esaminati facevano passeggiate veloci o gite in bicicletta, del 15% se avevano frequentato famiglia e amici.

Alimentazione
Stare con gli amici è un’altra attività consigliata, ma bisogna stare molto attenti all’alimentazione (Ansa) – Notizie.com

L’autore principale della ricerca, il professor Huan Song della Sichuan University in Cina, ha spiegato che “molti studi hanno identificato potenziali fattori di rischio per la demenza, ma volevamo saperne di più su un’ampia varietà di abitudini di vita e sul loro potenziale ruolo nella prevenzione della malattia“. Così come ci sono dei fattori che possono diminuire il rischio, ce ne sono altri che possono alimentarlo: si tratta di cibi ricchi di zuccheri, grassi e sale e poveri di proteine e fibre. Il cibo spazzatura, insomma, che aumenta il rischio di sviluppare l’Alzheimer del 25%.

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