L’ex senatore dei 5Stelle attacca il leader: “Io ero contro il condono e fui cacciato. Il suo governo è corresponsabile”
Dopo le parole di Renzi (“Il disastro di Ischia richiama anche le folli scelte del 2018 su condono e unità di missione”), contro Giuseppe Conte e le scelte fatte su Ischia quando era a capo del Governo, arrivano anche quelle di Gregorio De Falco, ex Senatore dei 5Stelle. “Tutto il Movimento 5Stelle difese quella norma”, sostiene De Falco, che invece si oppose.
“Il mio no al condono mi costò l’espulsione“, ha dichiarato all’Adnkronos. “Conte sa benissimo che è un vero e proprio condono ex novo che richiama il condono del 1985. In diritto esiste un principio, ‘tempus regit actum’, il professor Conte non può non saperlo. Il condono del 2018 doveva essere disciplinato dalle norme del 2018. Se fosse vero quello che dice Conte, sarebbe bastato un atto amministrativo e un modellino unificato”, ha attaccato De Falco.
“Il voto su Ischia contribuì alla mia espulsione. A certificarlo fu il Movimento stesso nelle motivazioni che accompagnarono il mio provvedimento disciplinare. Adesso il leader M5S sconta la sua eccessiva attitudine al cambiamento”, ha criticato ancora De Falco, che si oppose a quei provvedimenti, scontrandosi con il suo partito. “Contestai i 12 articoli che riguardavano il condono a Ischia. Mi fu risposto che non si potevano presentare emendamenti e che il condono si sarebbe fatto. Il senatore Santangelo, allora sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, disse che era stato deciso così”.
De Falco è un fiume in piena: “Tutto il M5S difese quella norma, eccetto me e le senatrici Nugnes e Fattori. Tutto il Movimento si muoveva come una testuggine, secondo un’espressione evocata all’epoca da Luigi Di Maio…“, ha continuato, rincarando la dose. “Il disastro di Ischia grava sulle spalle di tanti soggetti e il Governo Conte I è sicuramente corresponsabile. Le case abusive non hanno generato la frana ma le case costruite laddove non devono stare hanno certamente incrementato la tragedia e probabilmente concorso a rendere ancor più fragile quel territorio”.