L’appello dei genitori che si sono affidati a due legali per arrivare alla verità sulla scomparsa della ragazza partita da Genova insieme al fratello
I genitori di Gaia, la ragazza di 20 anni sparita mentre era a bordo della nave Superba della compagnia Gnv, la notte tra il 10 e l’11 novembre, che da Genova raggiungeva la Sicilia, non credono che la figlia si sia tolta la vita lanciandosi in mare come pensano gli inquirenti.
I legali Aldo Ruffino e Paolo Grillo, che assistono i genitori, spingono affinché sia fatta luce sulla vicenda non tralasciando altre possibili piste, come quella dell’aggressione e quindi dell’omicidio.
Un tragico mistero
Il traghetto Superba della compagnia Gnv era partito da Genova regolarmente alle 23 di giovedì 10 novembre, diretto a Palermo. A bordo c’erano anche Gaia Randazzo 20 anni, originaria di Codogno, nel Lodigiano, e residente ad Acqualunga Badona, frazione di Paderno Ponchielli, nel Cremonese. Era partita insieme a suo fratello 15enne per andare a trovare la nonna in Sicilia, ma poco prima dell’arrivo il ragazzo aveva fatto scattare l’allarme perché sua sorella era come svanita nel nulla. Un vero e proprio mistero che a due settimane dalla sua scomparsa di lei non si è trovata nessuna traccia. E oggi hanno voluto dire il loro punto di vista i genitori della ragazza, Rocco e Angela Randazzo, che attraverso i legali di fiducia spingono affinché si facciano nuove indagini e si seguano nuove piste.
Non si crede all’ipotesi del suicidio
“I genitori sono in forte apprensione per la sorte della figlia”, raccontano gli avvocati, “perché dalla stampa si è appreso che l’ipotesi investigativa privilegiata sarebbe quella del suicidio. Rocco e Angela Randazzo ritengono che questa pista non sia l’unica da approfondire perché Gaia non aveva mai manifestato alcun proposito del genere, e la sera stessa della partenza, poco prima di salire a bordo della nave, ha inviato ai familiari un messaggio vocale nel quale appariva serena”.
La felpa e il telefonino sono gli oggetti di Gaia rinvenuti sulla nave, vicini a una panchina, su cui la procura svolgerà un accertamento irripetibile il prossimo 29 novembre. La famiglia aggiunge che la propria figlia non aveva alcuna ragione per togliersi la vita, “aveva tanti progetti per il futuro del tutto incompatibili con un proposito suicida e li aveva anche comunicati ai propri genitori. Stava anche studiando per prendere la patente di guida”, e negano che fosse sofferente per la fine di una relazione sentimentale, “raccontano infatti che era stata proprio lei a decidere di interromperla”.
Chiunque può essere d’aiuto
Anzi i genitori chiedono che chiunque fosse presente sulla nave e potesse fornire particolari importanti per l’indagine si faccia avanti perché aprire nuove piste investigative è di fondamentale importanza per ritrovare la giovane e ricostruire quanto accaduto durante quella notte, al fine di accertare se la sua scomparsa sia da attribuire a una tragica fatalità oppure alla eventuale responsabilità di terzi.