Il Parkinson, dopo l’Alzheimer, è tra le malattie neuro-degenerative più diffuse al mondo, in Italia sono circa 300mila le persone colpite
Il morbo di Parkinson si presenta a seguito della progressiva degenerazione delle cellule nervose del cervello, responsabili della produzione della dopamina, il neurotrasmettitore che regola numerose funzioni importanti e vitali dell’organismo.
I vecchi modi di dire sono sempre i migliori, o almeno quelli che alla fine sembrano avere più ragione, “si stava meglio quando si stava peggio!” Per tanti versi sembra proprio così. E a volte sembra di ricordare che i nostri nonni erano, a parità di età, molto più in forma di noi.
Una malattia che possiamo riconoscere in tempo
Oggi siamo in grado di prevenire molte forme morbose e quindi curarle in tempo, magari riuscendo a non farle degenerare o almeno a migliorarne l’evoluzione. Un morbo di cui conosciamo sempre di più è il morbo di Parkinson. La ricerca fa passi da gigante e se riconosciamo qualche sintomo possiamo ora rivolgerci allo specialista per approfondimenti. Certo è, comunque, che non dobbiamo allarmarci, semplicemente accertiamoci che i sintomi siano riferibili solo ai tanti problemi dovuti all’età che avanza.
L’importante è tenere presente che comunque un Parkinson diagnosticato allo stadio iniziale potrà dare un vantaggio con una terapia adeguata, migliorando lo stile di vita. La malattia di Parkinson è causata dalla progressiva morte delle cellule nervose del cervello che producono il neurotrasmettitore dopamina, che controlla i movimenti di tutto il corpo. Quando si verificano i sintomi principali, come il tremore e la rigidità, sono già morti tra il 40 e il 50% dei neuroni che producono dopamina.
L’importanza della diagnosi precoce
Da qui l’importanza di una terapia farmacologica precoce, in grado di conservare il maggior numero di neuroni possibili. I sintomi da tenere a mente sono l’eventuale difficoltà a riconoscere gli odori e il gusto dei cibi, avere tremori alle mani quando sono ferme, trascinare i piedi. Dei cinque sensi quello che è sicuramente coinvolto nella malattia di Parkinson è l’olfatto, questo perché l’olfatto si basa su un meccanismo dopaminergico.
Ossia la dopamina è un messaggero chimico che trasporta i segnali tra cervello, muscoli e nervi in tutto il corpo. Non appena le cellule che la producono muoiono l’olfatto viene compromesso. Nella mucosa nasale ci sono recettori con trasmissione dopaminergica e si è pensato di sfruttare questa caratteristica a scopo diagnostico. Altro segnale molto comune è una parassonia caratterizzata da movimenti bruschi, sonniloquio o grida.
Ancora non esiste una cura
Anche la rigidità nell’espressione facciale, che rende i muscoli facciali rigidi e lenti, causando le caratteristiche mancanze di espressività, rientra tra i sintomi da non sottovalutare. Così come il rallentamento di movimenti spontanei di routine. per esempio la difficoltà nello scrivere. Altro segnale è una voce flebile che mostra difficoltà a pronunciare le parole. Ad oggi non si conosce una cura, ma esistono diversi trattamenti che possono controllarne i sintomi. Naturalmente ognuno ha una diversa combinazione dei sintomi e la terapia farmacologica è calibrata sui bisogni individuali.