Iran, minacce alla nazionale de commissario tecnico Queiroz. Il tutto a poche ore dall’importante sfida contro gli Stati Uniti D’America
L’Iran stasera ha solamente un obiettivo: quello di vincere. A quanto pare per tantissimi motivi. Il primo è perché il loro sogno è quello di andare avanti nella competizione mondiale. Volare agli ottavi di finale. Per farlo, però, bisogna battere necessariamente gli Stati Uniti D’America. Un avversario per nulla semplice. Purtroppo l’atmosfera, a poche ore dalla partita, non è assolutamente delle migliori.
Secondo quanto riporta l’emittente televisiva ‘CNN‘ pare che le famiglie dei calciatori iraniane sono state minacciate di reclusione e tortura. Applicheranno ciò se gli atleti in questione non ci comporteranno bene prima del fischio di inizio della partita. In poche parole: devono cantare l’inno del loro Paese. Non come hanno fatto alla prima uscita contro l’Inghilterra.
Il loro gesto era diventato virale. In segno di protesta in merito a quanto sta accadendo a Teheran. E’ stata citata una fonte coinvolta nella sicurezza della competizione. In seguito al loro rifiuto di non cantare l’inno, la stessa fonte ha fatto sapere che i giocatori sono stati convocati per un incontro con i membri de Corpo delle guardia rivoluzionarie iraniane (IRGC). Se non avessero obbedito ai loro ordini le loro famiglie avrebbero subito “violenze e torture“.
Non solo per l’inno, anche se avessero aderito a proteste politiche contro regime di Teheran. Ricordiamo che lo scorso venerdì, invece, la nazionale ha cantato l’inno. Non è finita qui visto che la stessa fonte ha fatto sapere che ufficiale dell’IRGC stanno monitorando gli stessi calciatori. A quanto pare anche il ct Carlos Queiroz avrebbe incontrato alcuni di loro. Della presunta conversazione, però, non è stato riportato nulla.