Da diversi anni questi particolari insetti vengono impiegati nei processi di produzione soprattutto in quelli che riguardano l’economia circolare
L’ultima frontiera degli allevamenti green? Sono le “mosche soldato” dette anche “black soldier fly” in America. Non è un mistero, infatti, che già da diversi anni gli insetti vengono impiegati nei processi di produzione, soprattutto in quelli di economia circolare. La mosca soldato è uno di questi, presente in Italia da una cinquantina d’anni circa, utilizzata, in particolare, nella lotta allo spreco alimentare in forza del proprio regime dietetico: le sue larve di nutrono di materia organica, animale o vegetale, in stato di decomposizione
In termine tecnico la mosca soldato si chiama Hermetia illucens e rappresenta una delle sfide per la sostenibilità ambientale: la valorizzazione dei rifiuti organici attraverso la loro trasformazione in biomolecole, preziose risorse per l’ambiente.
Una metamorfosi che fa riflettere
Questa sorta di metamorfosi avviene più o meno così: la conversione della Frazione organica del rifiuto solido urbano (Forsu), cioè l’umido, in biomolecole è possibile tramite un particolare processo di estrazione dalle larve. Da questo, vengono ricavati vari tipi di molecole, tra cui le proteine e i grassi usati, già da tempo, dall’industria che produce mangimi per animali, come una fonte proteica alternativa per l’alimentazione negli allevamenti. Ovvero, tramite queste mosche “si possono trasformare le deiezioni animali, in particolare la pollina, in compost di alta qualità da riutilizzare nei campi”, oppure in bioplastiche fertilizzanti azotate e in alimenti a elevato valore proteico e lipidico.
Tra gli effetti collaterali positivi prodotti dalla voracità delle larve ci sono l’abbattimento delle cariche batteriche patogene, degli odori sgradevoli e delle mosche infestanti domestiche. Dal momento che vivono pochi giorni senza mangiare, sono innocue da adulte ma divorano ogni sostanza organica umida nelle due settimane di sviluppo.