Confronto teso tra cugini, poi la decisione drastica perché la situazione non era più sostenibile e bisognava dare un segnale forte
Il terremoto che ha colpito la Juventus calcio l’altra sera, con le dimissioni irrevocabili dell’intero cda della società, sta minando nel profondo la serenità e i rapporti forse dell’intera famiglia che da sempre governa la società più titolata d’Italia.
Già la scorsa primavera, la Juventus aveva dribblato per un pelo l’inchiesta sportiva sulle plusvalenze, perché l’accusa non aveva potuto dimostrare che il valore dei calciatori fosse stato alterato per ragioni di bilancio.
Forse siamo arrivati davvero alla resa dei conti, alla fine di un’era, quella che vedeva da sempre sul ponte di comando della squadra più blasonata del nostro campionato un membro della Famiglia Agnelli. 12 anni, 19 titoli vinti con i 9 scudetti consecutivi che resteranno forse un record imbattibile, questa è sul campo l’eredità che lascia Andrea Agnelli, il nipote prediletto che le orme del nonno ha tentato di emulare alla guida del fiore all’occhiello della casa torinese, ma che invece, fuori dal campo, non ha saputo gestire. E’ stato sotterrato da un bilancio in profondo rosso che di più non si può e da indagini penali, perché i magistrati pensano che quei conti siano stati in qualche modo truccati. E ora, a un anno dalle prime perquisizioni della guardia di finanza, la Procura di Torino potrebbe avere tutti gli elementi per chiedere il rinvio a giudizio per gli ex componenti del cda della Juve. Da qui le dimissioni immediate e improvvise, a quanto sembra volute proprio da John Elkan, Amministratore delegato di Exon, la holding di famiglia che controlla il club.
“Se portate in assemblea questo bilancio, dobbiamo andare in Procura”, hanno detto nella sostanza i sindaci della Juve, entrati in carica da poco più di un anno, davanti all’insistenza del management, probabilmente proprio per tenere sotto controllo una gestione che cominciava a dare segni di scricchiolio. E, come riportato dal Corriere della Sera, pare che già da lunedì, dopo un confronto durissimo, lo stesso Elkan abbia chiesto il passo indietro al cugino e al resto del cda. Una resa dei conti vera e propria in una battaglia forse più ampia che, dopo la morte di Gianni Agnelli, ha visto di fronte le famiglie Elkan e Agnelli. “Le dimissioni dei consiglieri di amministrazione rappresentano un atto di responsabilità, che mette al primo posto gli interessi della società”, con questo comunicato si chiude probabilmente un’ era nel calcio italiano.