Finalmente una partita di calcio dei mondiali arbitrata da una donna, ma a Laura Boldrini non va bene neanche questa
Quando una persona si fissa su un concetto e non riesce ad andare oltre. Un po’ quello che sta succedendo da un po’ di tempo a questa parte a Laura Boldrini. Almeno è quello che sostiene il quotidiano Il Giornale. Ormai potremmo chiamarlo “modello Boldrini”, anzi, “modella Boldrini” così finisce con la A e non la offendiamo. È l’atteggiamento tipico delle presidente della Camera di non riconoscere i progressi delle donne quando non provengono dal suo campo politico, cioè dalla sinistra. E lo sfoggia uguale per ogni occasione, e in ogni angolo del mondo.
È il modo di fare che l’ha portata a non riconoscere a Giorgia Meloni, prima donna Presidente del Consiglio, questo importante merito. “È una leadership femminile, non femminista”, è stato il mantra che le ha portate a non gioire per quella conquista, come avrebbero fatto se al posto di Meloni ci fosse stata una di sinistra. O una che anziché farsi chiamare Presidente, come la funzione indica, avesse messo una A o uno schwa finale. Ma per non fare i provinciali, il modello Boldrini arriva anche in Qatar.
C’è la prima donna che arbitra ai mondiali, ma la Boldrini non è soddisfatta
Una donna, finalmente, arbitra i mondiali. Tutto il mondo accoglie l’evento come una novità. Ancor più proprio perché avviene in quel Paese. Ma Boldrini no. Lei ha da ridire anche e su questo: “Io ho fatto una appello a cambiare canale. Questi Mondiali vanno boicottati perché sono Mondiali in cui si stracciano i valori dello sport oltre ai diritti umani. Ho deciso di non guardare i Mondiali per quello che rappresentano – sottolinea – perché tutti quegli stadi e quelle infrastrutture sono stati fatti con il sangue dei migranti, quindi con lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù di migliaia di persone”.
“Chi ha deciso di fare i mondiali in Qatar – aggiunge Boldrini – non si è minimamente fatto scrupolo rispetto a questo, la Fifa ha deciso di dare la precedenza agli interessi economici anziché ai valori dello sport che sono valori di lealtà, rispetto delle regole, di solidarietà e spirito di gruppo“. “Quello che mi chiedo è: che messaggio stiamo dando noi ai giovani con questo mondiale fatto sul sangue dei migranti?”, si interroga. Infine, sulla scelta di una donna designata ad arbitrare per la prima volta nella storia un mondiale di calcio maschile, la partita Costa Rica-Germania che si giocherà domani, l’ex presidente della Camera ribadisce: “Di per sè penso che sia un bel passaggio che una donna possa arbitrare, ma lo fa in un contesto che non condivido”.