Il commissario tecnico della Corea del Sud non usa mezzi termini e attacca la FIFA. Parole molto dure quelle del tecnico delle Tigri d’Asia
Non basta la gioia per l’accesso agli ottavi di finale a Paulo Bento per placare le polemiche. Il commissario tecnico della Corea del Sud ce l’ha con la FIFA e non le manda a dire. Nonostante la sua squadra abbia compiuto una piccola impresa, battendo il Portogallo e qualificandosi come seconda nel girone H del Mondiale, eliminando Ghana, ma soprattutto Uruguay, l’allenatore delle Tigri d’Asia si scaglia contro il massimo organismo del calcio e organizzatore della competizione in Qatar. Motivo delle polemiche per Paulo Bento è il poco tempo che hanno le squadre per recuperare tra una gara e l’altra e soprattutto per preparare la partita successiva.
Una condizione uguale per tutti? Sì, ma Bento – ex allenatore del Portogallo tra il 2010 e il 2014 – sottolinea come le squadre “piccole”, le nazionali meno blasonate, abbiano meno scelta e possibilità di far ruotare i propri uomini, come accaduto al Brasile nell’ultima sfida del girone. E proprio il Brasile sarà l’avversario della Corea del Sud nell’ottavo di finale in programma domani, lunedì, alle 20 italiane: “Non abbiamo il tempo di allenarci a dovere, perché è impossibile trasmettere qualcosa ai calciatori se dopo appena 72 ore devi tornare in campo”, la polemica di Bento che, spesso, è la stessa che portano avanti gli allenatori delle squadre di club che giocano il giovedì in Europa.
Continua il ct della Corea del Sud: “Noi non siamo il Brasile, che può permettersi di schierare, nella terza partita del girone, un’altra formazione per far riposare chi aveva giocato fino a quel momento. Ma non ce l’ho con il Brasile”. L’attacco è alla FIFA e Paulo Bento non usa mezzi termini: “Bisogna sottolineare che la Fifa crea ogni volta le peggiori condizioni per chi è già inferiore e favorisce i più forti. Fa la differenza”.