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Curiosità

Natale: l’origine degli zampognari, tra tradizione e leggenda

Published by
Mauro Simoncelli

Una tradizione antichissima che, quando abbiamo la fortuna di ascoltare nelle strade della nostra città, ci scalda il cuore ricordandoci che è arrivato il Natale

L’atmosfera Natalizia è caratterizzata da luci, colori e sapori, ma anche dalle classiche musiche che risuonano nelle strade riscaldando l’atmosfera delle nostre città. Il suono che più di tutti ci fa subito pensare al Natale è il suono delle zampogne. Un’usanza tramandata oramai da poche persone che rende l’atmosfera del Natale ancora più magica.

Gli zampognari un’ antica tradizione italiana

Resta senza ombra di dubbio uno degli aspetti più folkloristici di questa meravigliosa festività. Anche se le origini di questo strumento particolare affondano le radici in tempi lontani, quando non si parlava ancora di Natale o almeno non come lo festeggiamo adesso, perché ai tempi si festeggiava il solstizio d’inverno, Deus Sol Invictus.

Uno strumento antico per una tradizione antichissima

Gli zampognari provenivano dall’oriente e arrivarono fino all’antica Roma. In città si suonava l’utriculus e il terribile imperatore Nerone suonava questo strumento precursore delle zampogne. La zampogna è costituita da un aerofono a sacco dotato di cinque canne inserite all’interno di un ceppo dove viene legato all’otre, in pelle di capra o di pecora, che gli zampognari stringono tra le braccia al petto. Solo due canne cambiano tonalità, le altre emettono una nota fissa. Le canne terminano con delle ance che possono essere singole o doppie. Viene costruita ancora in pochi piccoli paesi del centro e del meridione della penisola, il più rappresentativo è Scapoli, in provincia di Isernia. E’ suonata dagli zampognari, i pastori che attraverso il suo suono richiamano le greggi e praticamente sono dei musicisti della transumanza.

La leggenda di San Francesco

Si pensa che la zampogna abbia origine dal flauto del dio Pan, il dio caprino, considerato dio dei pastori nella Grecia antica. Il dio Pan suonava il flauto durante il solstizio d’inverno per celebrare la rinascita del sole. Andando avanti nel tempo troviamo una leggenda che narra che San Francesco aggiunse per primo nel suo presepe una coppia di suonatori di zampogna e da allora sono tra i personaggi più importanti.

Poi sono diventati famosi anche grazie al fatto che alcuni zampognari fecero da accompagnatori musicali ad Alfonso Maria Liguori, l’ideatore della canzone “Tu scendi dalle stelle”. Infatti, proprio con l’arrivo del Natale, in particolare subito dopo il 13 dicembre, scendono nei paesi e nelle città, lasciando temporaneamente il loro lavoro di pastori, suonando canzoni del Natale tradizionali. Tradizione che però sta via via sparendo e anche per questo la transumanza è stata definita patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Comunque un mestiere difficile

Gli zampognari che vediamo nelle nostre città nel periodo di Natale richiamano quest’antica tradizione, ma sono in realtà musicisti solitamente vestiti di pelli di pecora che percorrono le strade delle città, soprattutto del centro e del sud Italia, suonando canzoni natalizie. Solitamente sono in due, uno suona la zampogna, l’altro utilizza la ciaramella o altri strumenti a fiato della tradizione.

I maestri zampognari provengono dal Molise

Lo zampognaro passa tutte le feste di fine anno lontano da casa, spesso lavora la notte di Natale, ed è attraverso la sua musica che riviviamo un Natale più tradizionale, perché il suono della zampogna fa provare sensazioni che altrimenti non ricorderemmo più. Non dobbiamo confonderla con la cornamusa, una delle versioni assunte con il suo diffondersi in Europa, e da noi più diffusa nel nord Italia, che risale al medioevo ed è molto usata in Scozia e Irlanda.

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Mauro Simoncelli