Il leader francese ha subito duri attacchi da parte dei politici lettoni e lituani. Le sue parole verso Putin hanno creato imbarazzi
Il presidente francese Emmanuel Macron apre al dialogo con Putin e si augura di tornare nuovamente al tavolo delle trattative con il leader russo. Parole che hanno scatenato reazioni internazionali e aperto la discussione intorno alla figura del leader francese. Macron si era incontrato nei giorni scorsi con il presidente statunitense Biden ed ora ha aperto a nuovi scenari.
“Ho intenzione di parlare di nuovo con il presidente Putin dopo il colloquio con il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, in particolare sul tema dell’energia nucleare civile”, ha detto il leader francese. “Dobbiamo continuare ad aiutare l’Ucraina, sforzarci di evitare l’escalation, proteggere lo ZNPP e preparare il dialogo per il giorno in cui tutti saranno al tavolo dei negoziati“, ha affermato. In precedenza, durante una visita negli Stati Uniti, Macron aveva dichiarato in una conferenza stampa con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che intendeva avere una nuova conversazione telefonica con Putin nel prossimo futuro.
Parole che però hanno scatenato reazioni polemiche. A scagliarsi contro Macron sono i leader lettoni e lituani. Secondo il ministro della Difesa lettone Artis Pabriks, Emmanuel Macron è caduto “nella trappola tesagli da Mosca”. Per il politico lettone è impensabile far passare il messaggio che, per far concludere la guerra in Ucraina sarebbe necessario fornire alla Russia garanzie sulla sua sicurezza. Secondo Pabriks, affermare “che l’invasione russa dell’Ucraina possa concludersi nel momento in cui l’occidente fornirà delle garanzie sulla sicurezza della Russia significa cadere nella trappola della narrazione di Putin secondo cui l’occidente e l’Ucraina sono le responsabili della guerra e la Russia ne è la vittima innocente”.
Critiche analoghe sono giunte dall’ex ministro degli Esteri lituano Linas Linkevičius. “La Russia – ha affermato l’ex ministro – può godere di tutte le garanzie sulla sua sicurezza, se non attacca, annette od occupa i suoi vicini. Se qualcuno ha intenzione di creare una nuova architettura della sicurezza che permetta a uno stato terrorista di continuare con i suoi metodi intimidatori, questi dovrà cambiare idea”.