Acerbi attacca la Lazio: “Hanno sbagliato”. E sull’Inter…

Il centrale nerazzurro ripercorre l’ultima travagliata stagione con la Lazio e attacca la società biancoceleste. Poi rivela anche altro

È arrivato all’Inter e subito è riuscito a dare il suo contributo alla causa nerazzurra. Francesco Acerbi è un fedelissimo di Simone Inzaghi, è stato il tecnico a volerlo fortemente a Milano, per rinforzare il pacchetto dei centrali di difesa. Una risorsa importante per l’Inter che ha un diritto di riscatto fissato intorno ai 4 milioni di euro. Difficile però che Marotta decida di spendere questa cifra per un classe ’88 e così si busserà alla porta di Lotito per cercare di ridiscutere la cifra.

Altro ghigno beffardo da parte di Acerbi
Francesco Acerbi (Foto LaPresse)

Acerbi ammette: “Ho pensato di non venire all’Inter”

Acerbi ha voluto l’Inter, ma poi ha avuto anche dubbi sulla possibilità di approdare a Milano: “Confesso di aver pensato di non venire più. Lo avevo detto anche ad Inzaghi. Non mi è piaciuto avere il dito puntato – dice al Corriere dello Sport –, con l’idea che avessi aiutato il Milan a vincere lo scudetto. Folle che venissero messe in discussione la mia serietà e la mia professionalità”, il riferimento è a quel sorriso dopo il gol di Tonali nel Lazio-Milan della passata stagione. Un sorriso isterico, di rabbia, spiegò il centrale.

Acerbi
Acerbi è il preferito da Sarnataro per sostituire Koulibaly © Lapresse

Il rapporto con Sarri non è mai decollato: “Ero stato contentissimo per il suo arrivo. Niente da dire sull’allenatore. Al contrario, è bravissimo, è forte e pensa calcio 24 ore su 24. Ma non mi sentivo adatto per quello che lui vuole da un difensore centrale. Io volevo divertirmi, fare quello che mi piace in campo: ho bisogno di anticipare l’avversario, di leggere il gioco. Sarri, invece, ha il suo sistema e o fai così o fai così”. Acerbi ne ha anche per Lotito e Tare, si aspettava di essere difeso dopo la contestazione dei tifosi: “Mi aspetto di essere difeso? Assolutamente. Puoi sbagliare, ma il club deve proteggerti in pubblico. Anche se poi ti massacra in privato”.

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