Le previsioni sull’andamento dei tassi d’interesse sui mutui, sia fissi sia variabili, non fanno dormire sonni tranquilli per il prossimo anno
Per molti cittadini la decisione della Banca Centrale Europea di aumentare i tassi avrà un impatto quasi immediato nelle proprie tasche. A farne le spese sarà soprattutto chi ha un mutuo sulla casa a tasso variabile, ma il ritocco della Bce colpirà anche chi ha chiesto prestiti personali per spese più piccole, come l’acquisto di un’auto.
I tassi di riferimento che interessano i mutui sono essenzialmente due: Eurirs, che corrisponde al tasso interbancario di riferimento utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso fisso e l’Euribor, cioè il tasso interbancario di riferimento diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea, utilizzato per i mutui a tasso variabile.
Andamento che lascia poco tranquilli
I recenti interventi della Banca centrale europea sul costo del denaro tolgono il sonno a chi ha acceso un mutuo a tasso variabile. Infatti le previsioni per il 2023 parlano di un aumento consistente delle rate a causa dei rialzi dei tassi Euribor, proprio quelli che regolano i mutui a tasso variabile, mentre sembrano per il momento tenere meglio quelli a tasso fisso.
Secondo i report effettuati, il tasso medio sui mutui ad ottobre è stato del 2,73 per cento contro il 2,26 per cento di settembre, livello massimo che non raggiungeva dall’agosto 2015. Quindi, se due mesi fa si pensava che il costo di un finanziamento per l’acquisto di casa avrebbe raggiunto il 2 per cento a fine anno, ora ci si aspetta un 2,5 per cento, che salirà al 3 per cento a marzo 2023 e al 3,5 per cento a dicembre 2023, poi tutto dipenderà dall’andamento dell’inflazione per una proiezione più a lungo termine, fino al 2024.
Aumenti impattanti sulle rate
Gli aumenti saranno abbastanza consistenti sulle rate soprattutto, appunto, su chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile. Un’attenta analisi condotta di recente ha visto come per un mutuo di 140mila euro l’innalzamento dei tassi potrebbe arrivare a comportare un aumento della rata mensile fino a 32 euro in caso di finanziamento a 30 anni e le rate saranno ancora più alte con il crescere del finanziamento ricevuto.
In fase di scelta di rata da pagare, la vecchia regola di basarsi sul proprio reddito, scegliendo di non non superare mai il 30% del reddito disponibile, senza scommettere facendo previsioni sull’andamento della moneta a livello internazionale, resta in linea di massima la migliore. In generale comunque, in uno scenario di tassi in crescita, il mutuo a tasso variabile conviene ancora nel primo periodo di ammortamento in quanto presenta rate più convenienti nel periodo iniziale. Tuttavia col passare del tempo e con l’aumentare dei tassi la scelta migliore potrebbe essere ancora un tasso fisso.