Arriva la svolta inattesa: nuove regole per la gestione dei casi dei positivi al Covid asintomatici ma anche su tamponi e restrizioni.
La svolta è stata annunciata dopo una serie di proteste pesanti, con persone in piazza, disordini, le richieste di rivedere protocolli che non sono mai cambiati.
In Cina le norme che hanno gestito la pandemia sono rimaste immutate, e nelle ondate che hanno caratterizzato gli anni in cui il Covid ha messo in ginocchio il paese, l’impatto delle leggi si è tradotto in una sorta di tolleranza zero per chi violava le restrizioni. Fra edifici bloccati, lockdown con milioni di persone confinate nelle proprie case, e il protocollo Zero Covid, in Cina le proteste sono esplose negli ultimi giorni. Gli studenti sono scesi in piazza in molti distretti con slogan contro il leader e manifestazioni anti-lockdown che si sono tenute in molte grandi città cinesi. Arriva quindi un cambio di passo che segue le iniziative portate avanti anche in altri paesi del mondo, con un annuncio che cambia la strategia della nazione nella lotta al virus.
Cina, svolta contro il Covid: le nuove regole
“La maggior parte dei casi sono infezioni asintomatiche e casi lievi che non richiedono cure speciali”, recita la nota della Commissione sanitaria nazionale. Una svolta inattesa dettata forse più dalle proteste vibranti che dalla volontà di cambiare la gestione della lotta al Covid. Restano però le nuove norme, con un approccio diverso da parte di Pechino.
Le persone asintomatiche e i casi lievi portano quindi essere isolati a casa ed essere trasferiti in ospedale solo nel caso in cui le loro condizioni dovessero peggiorare. Niente più sigilli negli edifici delle aree a basso rischio, e svolta anche per quello che riguarda i test.
I tamponi saranno richiesti solo nelle zone ad alto rischio, per ospedali, scuole e case di riposo. Sarà così possibile muoversi liberamente fra le province cinesi senza dover presentare un test negativo da meno di 48 ore. Una svolta inattesa quindi, che arriva più per le proteste e per i concreti rischi economici che per l’effettiva volontà di allentare le restrizioni in una nazione in cui da anni ormai è atteso un ritorno alla normalità.