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Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza, indagati 30 dipendenti regionali: il motivo

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Francesco Spagnolo

La Guardia di Finanza ha effettuato un blitz in Regione: sono almeno 30 le persone indagate. Ecco i motivi e le misure cautelari decise dalla Procura al termine di una indagine durata per diversi mesi.

Sono 30 le persone iscritte sul registro degli indagati al termine di una lunga inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza. Per 9 di loro la Procura ha deciso di emettere un mandato cautelare di divieto di dimora mentre gli altri 21 risultano, almeno per il momento, solamente indagati e la posizione è al vaglio degli inquirenti.

30 dipendenti regionali sono stati iscritti sul registro degli indagati dopo un’inchiesta della Guardia di Finanza – Notizie.com – © Ansa

Come riportato da ilcaffè.tv, l’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Roma dopo le segnalazioni di assenteismo da parte di alcuni dipendenti della Regione Lazio. Dall’inchiesta è emesso che durante l’orario di lavoro le persone indagate lasciavano il proprio ufficio per attività personale come andare a fare shopping, dal parrucchiere oppure ritornare a casa e poi rientrare a lavoro solamente per registrare l’uscita.

Un’indagine che, come detto, ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di almeno 30 persone ed ora la loro posizione è al vaglio degli inquirenti.

Le decisioni della Procura

Le indagini hanno confermato le ipotesi della Procura – Notizie.com – © Ansa

I dipendenti finiti nel mirino della Procura fanno parte tutti dell’Ente regionale Parco Naturale dei Monti Lucretili e per loro il pubblico ministero ha deciso delle misure cautelari diverse.

Per nove degli indagati è stato chiesto il divieto di dimora. Una decisione molto dura, ma fatta per i chiari riscontri avuti durante questa indagine. Infatti, le riprese video, i pedinamenti, i servizi di osservazione e i controlli svolti hanno permesso di confermare l’assenteismo durante le ore di lavoro e da qui la decisione di mettere in campo delle misure cautelari molto dure.

Gli altri 21, invece, attualmente risultano solamente indagati perché i fatti non sono apparsi tanto gravi da richiedere una misura cautelare. La loro posizione è comunque al vaglio degli inquirenti e nelle prossime settimane toccherà direttamente al gip decidere se confermare quanto deciso dalla Procura oppure cambiare le misure cautelari.

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Francesco Spagnolo