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Rusconi (Presidi Lazio): “Favorevoli alle regole sui telefonini. Aspettiamo il ministro”

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Paolo Colantoni

Il presidente dei Presidi del Lazio: “Ora è tutto in mano ai singoli istituti. Spero che il ministro chiarisca e regolamenti il tutto”

Il presidente dei presidi del Lazio Rusconi sulle norme per l’uso dei telefoni –

Telefonini in classe in aula? La domanda torna prepotentemente di moda alla luce delle ultime dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: “Penso di intervenire con una circolare e poi vedremo se fare anche altre iniziative. A parte quando il cellulare sia richiesto, in classe si va per studiare, per imparare e per concentrarsi non per chattare. Io penso che sia fondamentale che nelle scuole italiane si predispongano le misure adatte”, ad esempio “una cassettina da mettere fuori dalla classe. Ma quello che è importante è rispettare ciò che è previsto dal nostro ordinamento, cioè evitare che in classe si faccia altro”.

Ma cosa ne pensano i presidi italiani? E gli studenti sono pronti a recepire delle nuove e più stringenti regole. Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Presidi del Lazio, non ha dubbi: “Ho già espresso il mio parere diverse volte. E’ giusto che ci sia una regolamentazione dell’uso dei telefoni nelle scuole. Io non so se il ministro cambierà la norma o farà un decreto. Al momento, tutto ciò che si delibera sull’uso dei telefonini, deve essere inserito nel regolamento scolastico, fatto dal Consiglio d’Istituto. Nel caso in cui un istituto non inserisca nessuna norma nel regolamento, i ragazzi sono liberi di poterli portare nelle classi. Se invece il Consiglio d’Istituto decide diversamente, allora le norme vengono inserite nel regolamento interno della scuola”.

Attualmente cosa succede nelle scuole italiane?
In base alla norma attuale, ogni scuola regolamenta in base alle indicazioni del ConsiglioNella mia scuola e in quelle dove ho lavorato in precedenza, i telefonini cellulari vengono raccolti all’ingresso, messi in una teca e riconsegnati agli alunni alla fine delle lezioni. E nessuno ha mai protestato o fatto recriminazioni. Si tratta di un modo per far capire ai ragazzi che la scuola è un luogo di studio e di attenzione. Il telefonino è un elemento di forte distrazione: lo è per noi adulti, basta pensare a quando ci squilla in situazioni che ci creano imbarazzo, figuratevi per i ragazzi”.

Mario Rusconi, presidente dei Presidi del Lazio –

Ma nelle altre?
“Attualmente si fa riferimento al buon senso delle varie scuole. Accadeva con il Ministro Berlinguer, con Fioroni e altri. Non sappiamo come intende intervenire il Ministro attuale. Se farà un provvedimento che ha valore normativo, tutte le scuole non potranno più affidarsi ai Consigli scolastici, ma ad una norma dello Stato, che andrà quindi rispettata. Se invece interverrà con una circolare, magari raccomandando il divieto, non farà altro che confermare quanto fatto fino ad oggi: e magari alcune scuole potranno decidere autonomamente. Ripeto, io spero che ci sia una regolamentazione ufficiale”. 

 

 

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Paolo Colantoni