Dal 5 dicembre è scattato l’embargo al petrolio e il price cap sui suoi barili, ma i sistemi congeniati dalla Russia per aggirare le sanzioni sono già pronti in mare come spiegato dal Wall Street Journal
Dal 5 dicembre 2022 sono partite le sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia con oggetto il suo petrolio. Le misure messe in campo sono due: l’embrago e il price cap. La prima, più semplice comporta l’impossibilità per le aziende russe di commercializzare il proprio petrolio con i paesi dell’Unione Europea, mentre il secondo impone agli esportatori del Vecchio Continente di non poter vendere i barili di provenienza russa a più di 60 euro al barile.
Le due misure tendono ovviamente a cercare di tagliare più fondi possibili a Mosca andando a colpire il redditizio commercio del greggio. Le sanzioni europee si aggiungono a quelle di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Australia che hanno già messo in atto l’embargo al petrolio russo. Si stima che con questi provvedimenti saranno circa 3 milioni i barili in meno al giorno sul mercato. Considerato il tetto posto dall’OPEC di 2 milioni di barili giornalieri, a meno di soprese si assisterà ad una nuova impennata dei prezzi del greggio con importanti ricadute anche sull’inflazione.
Come Mosca truccherà la vendita del petrolio
Mosca sembra però già aver messo in atto la propria strategia difensiva per aggirare le sanzioni. Sicuramente convoglierà la vendita del suo petrolio verso India, Cina e Turchia mentre il Wall Street Journal fa sapere che Putin ha già pronto un piano per truccare il mercato.
Si tratta di un piano che si muove su più fronti. Anzitutto per far viaggiare il greggio sulle navi internazionali Mosca lo mischierà con altri oli simili. Infatti per essere considerato petrolio russo, questo deve provenire per il 51% da aziende del paese. La seconda parte del piano invece è ben più articolata. La Russia sembra aver fatto negli ultimi mesi ingenti acquisti di petroliere costruendo una vera e propria flotta da circa 100 navi. Queste navi si muoveranno come fantasmi nei mari internazionali scomparendo ai gps per poi appoggiarsi a paesi terzi che si sono accordati con la Russia per concedergli la propria bandiera. Il sistema prevede quindi una disconnessione dei sistemi di ricezione per poi riaccenderli magicamente una volta che le petroliere sono approdate in questi paradisi fiscali dove gli verranno offerte bandiere di copertura.