La psicologa Roberta Bommassar, referente infanzia del Cnop, in esclusiva ai nostri microfoni sul rapporto tra i bambini e i dispositivi elettronici.
Nei giorni scorsi la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Antonietta Gulino, aveva evidenziato come le poche ore di sonno dei bambini erano strettamente collegate all’utilizzo dei social. La nostra redazione ha contattato Roberta Bommassar, referente infanzia del Cnop, per avere un suo commento.
È stata ipotizzata una correlazione tra il dormire poco del bambino e l’utilizzo dei social prima di andare a letto. Lei è d’accordo?
“Assolutamente sì. Queste sono osservazioni confermate da più fonti: i genitori, i clinici che lavorano con i ragazzi e anche gli insegnanti. E’ una evidenza che ci deve interrogare. Anche se dobbiamo fare una distinzione per fasce di età, l’effetto e l’uso dei dispositivi elettronici ( e non solo dei social) di un bambino di 10/11 anni è diverso dall’uso che ne fa il quindicenne. Il primo lo usa prevalentemente per giocare o per vedere filmati, i secondi li utilizzano soprattutto per mantenere i contatti con i coetanei o per stare sui social con il tipo di relazioni caratteristiche dei social in cui ci si relaziona con persone che non necessariamente si conoscono, intervenendo in gruppi di sconosciuti“.
Quali sono i reali rischi per i bambini che utilizzano in modo frequente smartphone, tablet e pc?
“Mantenendo la distinzione direi che per i ragazzini più piccoli i rischi sono rappresentati da una iper-sollecitazione neuronale, sia in termini di flusso di pensiero (come accade nei giochi che richiedono attenzione, tensione, pensiero vigile) che di stimolazione ottica con la visione costante di immagini in una particolare luce e spesso in movimento. Ovviamente questi sono tutti fattori che interferiscono con lo stato emotivo e fisiologico (soprattutto neuronale) necessario all’addomentamento che necessita di un abbassamento degli stimoli. Sostanzialmente una iper-eccitazione contrasta tale condizione“.
Per gli adolescenti?
“Per gli adolescenti il rischio maggiore, oltre alle cose che valgono anche per i più piccoli, è legata al fatto che spesso rimangono svegli per continuare a rimanere in contatto con amici nelle loro stesse condizioni. Oltre all’abitudine di guardare dei film/ serie tv nelle ore dedicate al sonno. In merito alle conseguenze possiamo dire semplicemente che sono tutte quelle legate alla mancanza di sonno, che significa stanchezza, problemi di concentrazione, irascibilità. Tutti aspetti che interferiscono pesantemente con il compito elettivo dei bambini e dei giovani che è quello dell’apprendimento e della frequenza scolastica, e anche quella di crescere in un contesto di equilibrio e serenità“.
Esistono degli orari maggiormente consigliati per l’utilizzo di questi strumenti?
“Come per la maggioranza delle regole ci sono limiti che potremmo definire forti (il rosso del semaforo) e altre concordabili. La mezz’ora prima dell’addormentamento sarebbe importante non usare i dispositivi elettronici, mentre i momenti più adatti possono essere quelli legati al rilassamento, una pausa prima dei compiti“.
Quali consigli si possono dare ad un genitore per gestire nel migliore dei modi il rapporto tra social e figlio?
“Stabilire poche regole rigide, ma quelle farle rispettare, mentre su altre (per quanto tempo, quando usarli) è importante cercare un accordo con i figli. Sarebbe importante che i genitori conoscessero ciò che figli fanno sui dispositivi elettronici per evitare l’atteggiamento pregiudiziale di critica che a volte non è appropriata ( ci sono giochi che sviluppano importanti competenze cognitive e creative) e allontana il mondo dei genitori da quello dei giovani. Riguardo ai social sarebbe importante che anche in famiglia, così come si dovrebbe fare a scuola, si aprissero delle riflessioni sui rischi ma anche sulle specificità delle comunicazioni a distanza, sulla possibilità di ferire gli altri con commenti superficiali e offensivi“.